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Fiorentina, la prima promessa è mantenuta

L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Fiorentina, un piccolo sballo di metà agosto. Anche se il Novara non è il Real, anche se la strada è lunga, anzi lunghissima. Sì, tutto vero, però intanto godiamoci i primi frutti della grande riforma e questa squadra che è sole e vento, rispetto al buio stantio degli ultimi due anni. È per questo che Firenze torna a crederci. Ed è così che l’aria bollente non fa paura e non può fermare nessuno. Si presentano in 13 mila (compreso Daniel Passarella, seduto in tribuna d’onore) per la Fiorentina di Montella e per il gioco promesso e mantenuto. Uno stadio mezzo pieno in una Firenze mezza vuota per una sfida di Coppa Italia che porta la Fiorentina al quarto turno senza problemi (2-0 secco e stretto ai viola) e in gran scioltezza. È evidente che passare il turno era la priorità, ed è altrettanto chiaro che intorno al campo stavolta non c’è solo una nuova passione ma anche moltissima curiosità per capire l’identità di questa squadra nuova nei nomi e nuovissima nella sua identità di gioco.

La prima cosa che salta agli occhi è che per tutto il calcio prodotto da un centrocampo di grande qualità l’arrivo di un centravanti dotato di senso pratico può davvero far fare il salto di qualità. La società lavora in questa direzione e intanto Montella sceglie la coppia Jovetic-Ljajic, molto movimento e giocate di classe sempre a portata di piede. Il primo viene nominato capitano dal tecnico. Un messaggio chiaro per lui e, forse, anche per chi spera ancora di portarlo via da qui. Rispetto alla formazione teorica che scenderà in campo sabato prossimo contro l’Udinese, oltre a possibili cambiamenti in attacco, mancano Viviano (gioca Neto, che con una sola paratona fa la sua bella figura) e Aquilani, che Montella sostituisce con Romulo mezzo destro nel centrocampo a cinque. Un esperimento che dal punto di vista del dinamismo offre ottimi risultati. Sulla precisione un po’ meno, ma l’idea di una scheggia impazzita da mandare in campo in casi di emergenza può non essere così folle. Di sicuro, parlando dei singoli, il centrocampo è il settore più intrigante, considerando i piedi e la personalità dei giocatori in ballo. Su Pizarro c’è poco da dire: il suo carisma in fase di regia è qualcosa di pazzesco, la sua saggezza tattica e la lettura dei tempi e dei movimenti qualcosa di molto prezioso. Borja Valero è un giocatore che sa trattare la palla con raffinatezza e cervello. Forse in questo momento la forma non è al top. Ma questo fa parte del gioco. È evidente che contro il Novara diventa facile usare gli esterni come ali quasi pure. Tra un tocco e l’altro uno tra Cassani e Pasqual è sempre pronto a liberarsi per un cambio di campo. Questo ritornello offensivo viene alternato al gioco degli inserimenti palla a terra dei centrocampisti e al dialogo veloce con le punte. Tutto questo fa molto Spagna, anche perché la palla viene alzata il meno possibile e il possesso palla è la premessa al tutto. Il che, chiaramente, va razionalizzato alla ricerca della parola equilibrio, visto che in fase offensiva tutti e cinque i centrocampisti aggrediscono la difesa, lasciando dietro solo i tre centrali.

Contro il Novara i rischi sono ridotti al minimo, ma viene da pensare che dall’Udinese in poi le cose saranno meno semplici, anche se, a parte il solito Nastasic, Firenze ha già trovato il suo idolo, cioè Facundo Roncaglia, mastino senza se e senza ma. I due gol sono firmati da Ljajic (cross dalla destra e grande deviazione in porta) e Pasqual (uno dei migliori) su punizione. Molte le occasioni complessive, compreso un palo colpito da Jovetic. Ha impressionato per tecnica e velocità anche Cuadrado. Insomma, valeva davvero la pena essere qui per assistere dal vivo al nuovo che avanza. Da ora in poi il gioco si fa duro. Ma pare proprio che questa Fiorentina di giocare non abbia paura nemmeno un po’.

Benedetto Ferrara - la Repubblica