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Fiorentina e Napoli, sfida alla Juve in attesa di Milano

L a Juve la conosciamo bene. Era ed è rimasta la più forte. Ma non siamo ai livelli del Giro d’Italia del 1930, quando gli organizzatori consegnarono a Binda un …

Redazione VN

L a Juve la conosciamo bene. Era ed è rimasta la più forte. Ma non siamo ai livelli del Giro d’Italia del 1930, quando gli organizzatori consegnarono a Binda un assegno di 22.500 lire per convincerlo a restare a casa. L’unico modo per rendere la corsa rosa equilibrata. La squadra di Conte il terzo scudetto consecutivo non l’ha ancora vinto. La concorrenza c’è ed è credibile. Il salto in avanti più importante l’ha compiuto la Fiorentina che, solo pochi mesi fa, ha sfiorato i preliminari di Champions. L’acquisto di un top player vero come Mario Gomez è una dichiarazione di intenti. Testimonia della voglia di Diego e Andrea Della Valle di alzare il target e di andare a sfidare, anche nell’azienda pallone, la famiglia Agnelli. Così si spiegano gli investimenti a corredo del bomber tedesco: da giocatori esperti e di statura internazionale come Ambrosini e Joaquin, a un talento come Ilicic. E non è ancora finita. La società viola sta cercando di convincere Ljajic a sposare il progetto e ad allungare il contratto. Se la Fiorentina troverà il giusto equilibrio tra campionato ed Europa League diventerà una sicura protagonista in area-scudetto.

Le prossime mosse di mercato daranno, invece, una dimensione chiara al nuovo Napoli. La cessione del Matador, sommata al divorzio da Mazzarri, ha chiuso l’era dei «tre tenori». Intorno ad Hamsik, l’unico rimasto del fantastico tridente con Cavani e Lavezzi, c’è la possibilità di costruire una squadra competitiva in tutti i reparti e non figlia solo delle prodezze dei suoi uomini-gol. I soldi che ha portato in dote Cavani sono tanti. Ma vanno spesi bene. Julio Cesar e Damiao sono due nazionali brasiliani. Due giocatori importanti. Guai a farseli scappare. E se poi arrivasse, con un colpo di genio tutto napoletano, un uomo di qualità in mezzo al campo, il mosaico sarebbe di altissimo livello. In grado di ripartire dal secondo posto conquistato nello scorso campionato e di sfruttare l’anima vincente di un tecnico come Rafa Benitez.

Restano le due milanesi. Per il momento Milan e Inter hanno condotto un mercato di basso profilo. I rossoneri impegnati a provare a vendere i vari Robinho, Boateng ed El Shaarawy, ed i nerazzurri arenati nella trattativa fiume tra Moratti e l’indonesiano Thohir. Serve un’accelerazione sul fronte acquisti. Il Milan dell’era Balotelli ha viaggiato agli stessi ritmi della Juve. E stavolta Supermario ci sarà dalla prima giornata. Ci sono pochi reparti offensivi più forti di quello composto da Balotelli, El Shaarawy, Niang e Pazzini. Al quale si andrà ad aggiungere, subito o a dicembre, un talento come Honda. Sorprende, invece, il ritardo nell’arricchire la difesa che resta un gigantesco punto interrogativo. Astori non è Thiago Silva ma è un investimento inevitabile. Il vero acquisto dell’Inter, invece, è Mazzarri. La squadra nerazzurra nella prossima stagione potrà preparare con cura ogni sfida di campionato. Un assist formidabile per il nuovo tecnico. Quanto vale questo in punti è difficile dirlo. Di sicuro non avere impegni europei è stato uno dei segreti del miracolo Montella-Fiorentina. Mazzarri è bravo ma non è mago Merlino. L’Inter deve uscire velocemente dai suoi tormenti societari per chiudere due operazioni. Date Nainggolan e Isla al buon Walter e lui garantirà una partenza sprint. Quella che serve al pianeta nerazzurro per ritrovare la voglia di pensare in grande.

Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport