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Fiorentina, capitani maledetti

La storia degli ultimi capitani viola vista da Benedetto Ferrara

Redazione VN

Un gesto autoritario che aveva fatto arrabbiare un po’ di gente. Gamberini con la fascia? Ma se non ha mai parlato a un arbitro in vita sua? Insomma, ai compagni la cosa non andò giù. Ma erano i Sinisa days e gestire il dopo Prandelli implicava gesti duri e definitivi. Almeno in apparenza. Fatto sta che l’ultimo capitano è stato venduto insieme al suo successore: Valon Behrami, per i tifosi l’esempio vero era lui e solo lui, che correva il triplo di gente che correva un terzo e pure meno. Beh, addio a uno e all’altro.

E si ricomincia. Come? Da Pasqual, per ora. Contro i Monti (e visi) Pallidi la fascia se ne stava sulla fascia, appunto. D’altra parte se c’è uno fedele è lui. Bravo ragazzo. Sul carisma magari si può discutere ma se ti guardi in giro non è che c’è di meglio. A parte Jovetic, che capitano lo è stato e sarebbe dovuto esserlo ancora. Solo che ormai la società mette le mani avanti spargendo in giro la voce che sia lui a volersene andare. E come fai a nominare leader uno che domani potrebbe mettersi addosso un’altra maglia? Magari a strisce bianche e nere? Oddio, meglio non pensarci.

Comunque la storia recente insegna che i capitani durano il giusto. A cominciare da Di Livio. Quello della C2. Quello che scrisse il libro autobiografico «Io resto qui». E il libro in effetti lì è rimasto, e lui se ne è andato dopo aver chiesto un incarico dirigenziale mai arrivato. Cose che capitano. Pure Ujfalusi era un leader vero. Ma c’era da far posto a Comotto. Addio mitico Ufo. La fascia è per Dainelli. Che se la tiene per un po’. E forse meno di quello che avrebbe pensato anche lui. Il solito giro di affari e di giocatori da spostare. La Fiorentina lo vende a pochi euro, lui strappa un contrattone a Genova e così arriva De Silvestri. Certi agenti con la Fiorentina non sbagliano un colpo. E ciao anche al buon Daino, che il suo lavoro lo sapeva fare discretamente. La successione non è semplice. Frey si prende la fascia dopo un lungo dibattito nello spogliatoio e magicamente, a quel punto, da eroe diventa il leader degli sgraditi e finisce al Genoa con tutto il suo mega ingaggio. E allora ecco a voi Riccardo Montolivo, il nuovo capitano. E’ giovane, ha il ruolo giusto e si fa sentire. Solo che sul rinnovo contrattuale scoppia una grana. E così la sua storia di capitano finisce li, quando la società decide di declassarlo per Gamberini, ritenuto più aziendalista. Il popolo applaude. Montolivo è il traditore. Solo che nella stagione disperata della Fiorentina a tenere le fila di un gruppo sfasciato sono in tre: Behrami, Natali e lo stesso Montolivo. Il primo verrà ceduto a sorpresa, gli altri due sanno già che se ne andranno. Strano no? E adesso che succede? Beh, la società vorrebbe affidare la fascia a Viviano, cioè al portiere tifoso. Solo che Viviano è li che aspetta che la Fiorentina si frughi anche solo un po’ per chiudere una volta per tutte il tormentone. Nel frattempo Montella ha scelto Pasqual per devozione e, Vargas, che ha giocato da capitano nel secondo tempo coi ragazzini. Un messaggio chiaro: questa è la fascia e quella è la porta, arrivederci e grazie. Come sempre, o quasi.

Benedetto Ferrara - la Repubblica