Non e’ proprio un addio. E questo aiuta ad attutire il colpo. Magari torna. E ricomincia a fare gol. Sì, magari. Il fatto è che il vero Pepito è scolpito dentro il nostro cuore. Un brivido senza fine. Quattordici minuti, il tempo di ribaltare una partita, e di far rimbalzare lo stomaco in gola a una città. Non una coppa, non uno scudetto, ok. Ma uno di quei momenti da portarsi dietro per sempre. Non solo perché quella era la Juventus, ma anche perché è stato bello ricordare che il calcio significa tornare bambini e gridare di gioia lasciandosi andare. Le pulsazioni che aumentano e aumentano sempre di più e toccarsi il petto per paura di essere andati troppo oltre. Pepito è stato questo, ed è giusto sperare che possa esserlo di nuovo, magari fra pochi mesi, quando il Levante dovrà decidere se riscattare il suo cartellino per 6 milioni e la Fiorentina se contro-riscattarlo per otto. Per dire: se l’avventura spagnola di Rossi avrà un senso per ritrovare il campo e i gol, la Fiorentina con due milioni lo riporta qui e proseguire una storia che era una grande scommessa, che definire perduta forse sarebbe ingiusto, anche fosse solo per quel 20 ottobre del 2013, anche se Pepito, comunque e nonostante tutto, è stato di più. (...)
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Ferrara scrive: “Pepito, c’eravamo tanto amati, ma forse non è un vero addio”
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