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Ferrara scrive: “Il Re di Wembley”

Quel fulmine di Batigol dentro il tempio del calcio inglese

Redazione VN

Siamo qui, dentro la storia. Quella della nostra squadra. E quella di uno stadio che inizieranno ad abbattere subito dopo questa notte di fuoco, come quando gli amori si spezzano poche parole dopo l’ultimo urlo di piacere. Addio. Addio. Ci guardiamo intorno. Una panoramica su questo monumento al calcio inglese. Arriva l’odore forte dei wurstel. E le birre che viaggiano ondeggiando in equilibrio sul frastuono di questo luna park, con i Queen che sparano i colpi di “We will rock you” mirando al cuore di Wembley... e al nostro. Guarda, ci sono i giocatori dell’Arsenal che si scaldano: corrono in orizzontale sull’erba verde brillante. Siamo come bambini. E forse pensiamo che non usciremo vivi da qui. La coda bionda di Petit. E Vieira, alto e potente. Ma i nostri dove sono? Li cerchi e non li trovi. Gli inglesi ti guardano dall’alto in basso, come per ribadire un concetto a loro caro: noi abbiamo avuto i Beatles. Voi i Jalisse. Noi abbiamo avuto i Rolling Stones, voi i Gazosa. Ma eccoli i nostri, laggiù, dietro la porta più lontana: sono in cerchio che si passano la palla, vanno in controtempo rispetto a Freddie Mercury e sembrano così piccoli. Piccolissimi. Il cuore batte forte. Laggiù ci sono Firicano e Rossitto. E Bati? Dove sei Bati? (...)

È Heinrich che apre a destra per Batistuta. E il Re leone si lascia dietro Winterburn e si allarga: troppo, pensi. Oddio. Tira, prima che sia troppo tardi. E Bati calcia la palla spalancando la porta del sogno. E tu sei lì, a pochi passi dal tuo eroe. Ma devi soffrire ancora un po’ e dentro la sofferenza trovi un sacco di amici. Toldo che fa miracoli e un palo che ti salva la notte. Il tempio è profanato e la Fiorentina va avanti. Lacrime e pugni stretti al cielo. Bandiera viola su Wembley, nessuno dimenticherà. Mai.

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