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Ferrara scrive: “I Leoni di Ibrox”

La notte perfetta dei figli delle stelle. Per i 90 anni viola, Repubblica racconta le partite più belle: prima puntata con la Coppa delle Coppe 1961

Redazione VN

Segni delle stelle. Premonizioni. Fiorentina, anno 1969: poche settimane dopo la conquista del secondo scudetto, il mondo appiccicò gli occhi allo schermo della tv in bianco e nero che raccontava un’altra impresa, questa volta del genere umano: lo sbarco sulla luna. Forse non fu davvero un caso se un’altra Fiorentina aveva strabiliato tutti alzando la sua prima coppa internazionale un giorno di maggio del 1961, un mese dopo un altro evento straordinario: un uomo aveva preso possesso dello spazio, girando in orbita intorno al pianeta terra. Lui si chiama Jurij Gagarin, è sovietico, è un rappresentante della nostra specie immerso nel buio di un mondo sconosciuto.

Quel decennio che segnò l’inizio di una nuova storia per l’umanità, per la Fiorentina partì con quella vittoria che portava con sé un racconto epico, perché nel doppio confronto della finale di Coppa Delle Coppe (la prima edizione), la squadra di Hamrin alzò il trofeo sul prato dello stadio comunale di Firenze il 27 maggio, ma ciò che resterà nel grande archivio del cuore è la partita di andata, quella di Ibrox Park, quella sulla terra dei Rangers, scozzesi forti nei muscoli e nella testa, padroni di uno stadio che era un martello di cori, con un ritmo selvaggio senza un attimo di respiro. I piedi che battono sul legno, le gole che si fanno del male per cantare sull’orlo del tramonto e poi più in là. Fu lì che la Fiorentina guidata dal tecnico ungherese Nándor Hidegkuti, supportato da Beppe Chiappella, costruì la partita perfetta contro una squadra che su quell’erba sembrava imbattibile. (...)

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