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Ferrara scrive: “Giovani e azzardi. Nelle mani di Pioli tutte le mosse per il futuro”

Sarà lui a dover dare un senso a quel che resta della stagione. Potrebbe inventare un rilancio non facile, oppure buttare in mezzo dei giovani

Redazione VN

E ora tutti sperano di vedere Dabo. La passione fruga ovunque, pur di sopravvivere. Domenica ci sono ottime possibilità di trovare il francese all’opera fin dal primo minuto. Manca Badelj (squalificato). E in assenza di regista, Pioli fino ad oggi aveva scelto Sanchez, che regista non è, perché registi alternativi la Fiorentina non ne ha. Per scelta, per risparmiare, perché lo scouting è una cosa seria. Sanchez, emigrato in Spagna, è un mediano spezza gioco e Dabo è il suo naturale sostituto. Per la proprietà transitiva di Pioli, quindi, ci sta che giochi il francese, in mezzo tra Benassi e Veretout, sempre che il tecnico non abbia altre ispirazioni mistiche. Vedere Dabo titolare (3 milioni al St. Etienne) sarà comunque una possibile attrazione di questa Fiorentina che a febbraio ha già smesso di rincorrere i suoi piccoli sogni, sempre che ne abbia avuto qualcuno che non fosse un segno più sul bilancio.

Ma d’altra parte ora tutto il giochino gira tra le mani di Stefano Pioli, l’allenatore che crede a tal punto nel progetto Fiorentina, da navigare con tenacia nel bel mezzo della classifica. Eppure sarà lui a dover dare un senso a quel che resta della stagione. Potrebbe inventare un rilancio irresistibile (non facile), oppure buttare in mezzo dei giovani invogliando i tifosi a tornare al Franchi per immaginare un futuro migliore. Milenkovic è una bella scoperta, ma non certo una scommessa. Cinque milioni al Partizan raccontano il senso della storia. Ma comunque, prima di trasformarsi magicamente in plusvalenza, il serbo avrà almeno un paio d’anni di maglia viola addosso. (...) Magari prima che arrivi l’estate il tecnico potrebbe darci la gioia di capire se Lo Faso esiste davvero oppure se è una astrazione della mente. Certo, c’è Gil Dias, che ha le spalle copertissime. Però l’ex del Palermo è un investimento della Fiorentina, non di Jorge Mendes. Sicuramente il moderato allenatore troverà il tempo anche per lui. (...) Poi c’è Zekhnini, colpo estivo apparso e scomparso subito, giocatori della Primavera come Gori e Sottil. E Dragowski, che se funziona ti fa risparmiare 5 milioni per Sportiello. Piccole cose, ma ormai ci si attacca a tutto.

L'articolo completo di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica

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