La Fiorentina è una squadra normale. Buona, sì, ma niente di trascendentale. Ha qualche giocatore di ottimo livello, altri mediamente nella sufficienza, ha un allenatore che ogni tanto ci azzecca e ogni tanto no, e la mentalità è quella della squadra normale, appunto. Qualche partita sopra le righe, altre buttate via, come questo pareggio col Genoa o quello casalingo col Napoli. Insomma, quando sei lì per stringere la tua vittoria in pugno la butti via.
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Ferrara scrive: “Fiorentina squadra normale. Occasione persa per l’Europa”
Avvio brillante, poi i viola subiscono l'orgoglio del Genoa e si riscoprono una squadra normale
Cambiano le sceneggiature ma non il risultato. Che peccato, però. Coi tre punti tornavi subito in lotta con le tue avversarie per l’Europa. Niente è perduto. Ma la delusione c’è, e non è poca, anche perché per un bel po’ non c’è stata partita. Sotto un sole sorridente c’era una Fiorentina viva e divertita.
C’era Chiesa che fa ballare la traversa e poi la mette dentro. C’è il risorto Ilicic che apre la prima pagina della storia con un gol dei suoi. E poi c’è Kalinic, quello del no ai milioni cinesi. Altro giro, altro gol. Tutto maledettamente facile. Molto più difficile immaginare tatticamente l’idea che vinci due a zero e prendi gol in contropiede. Dare l’avversario per morto è sempre un errore. Tutti hanno un orgoglio, anche un Genoa rabberciato che non sembra affatto portatore di gioco. Poi invece il suo allenatore tira fuori un paio di mosse e prova a infilare una Fiorentina che continua a giocare allo specchio.
Tocchi, tocchetti, un possesso palla narcisista. Sousa non trova un’idea e la difesa inizia a costruire i suoi vuoti. Sanchez si ricorda di non essere un difensore, De Maio inizia a chiedersi come mai continua a girare l’Italia in prestito, perfino Astori perde la sua tradizionale lucidità. Cosa che accade raramente. E così, finiti i luccichii della giovane stella figlia d’arte, viene fuori l’altro figlio di tanto padre: Simeone jr. Lui e Pandev scuotono un Genoa fino a quel momento imbarazzante, la Fiorentina apre strade impreviste, e finisce che un’altra partita vola nell’archivio delle occasioni mancate. Un vero peccato. (...)
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica
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