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Ferrara scrive: “Due Europe diverse nel destino di Rossi e Bernardeschi”

Pepito verso il prestito, Federico vicino alla nazionale maggiore

Redazione VN

Firenze l’arte e la fantasia, quel modo di fare calcio che mette insieme autorevolezza, coraggio e giochi di prestigio. Un assist imprevisto, un balletto col pallone che finisce in gol. Firenze vuole bene a Papito Rossi, fenomeno arrivato qui insieme a qualche rischio. Un bel po’ di reti, e quella domenica del ribaltone con la Juventus che nessuno potrà dimenticare mai.

Poi un’altra eclissi: lunga, sofferta, psicologicamente durissima. Domenica Rossi era in panchina. Si è scaldato a lungo ma è rimasto fuori fino alla fine. Ha visto la Fiorentina vincere. E la spietatezza di Kalinic, il sinistro da urlo di Ilicic e, soprattutto, un biondo inventore di palle gol chiamato Federico Bernardeschi, un ragazzo che i fiorentini sentono loro, perchè è cresciuto qui, perchè si è fatto strada mettendo sempre in campo il cuore e i suoi lampi di genio, come quei due assist che hanno deciso la partita nel primo tempo.

Certo che sarebbe bello vedere giocare insieme Pepito e Berna. Ma ci sta che l’appuntamento sia rimandato di un bel po’. Andrea Pastorello vuola accontentare il suo assistito, che ha bisogno di giocare e adesso qui non trova spazio. Dice che ha bisogno di continuità per ritrovare lo scatto e la sua arte più preziosa. Sousa è stato chiaro: se vuole andare vada. Non lo ha detto proprio così, ma quasi. (...)

L'articolo integrale di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica