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Ferrara scrive: “Contro il Qarabag tra dubbi e mercato, ma senza paura”

Fiorentina, la spinta di Sousa: ci vuole intensità. Possibile turn over, in porta opzione Lezzerini

Redazione VN

Paulo Sousa dice: «Non abbiamo paura». Ciprian Tatarusanu doppia: «Noi non abbiamo paura ». Viene da chiedersi: ma paura di che? No, perché oggi alle 5 del pomeriggio sarà l’ora del the coi pasticcini con l’aggiunta di un po’ di Qarabag. L’importante è far casino con gli orari per confondere i tifosi e perdere spettatori, anche quelli che la partita la guardano alla tv. Ma il quesito resta: perché la Fiorentina dovrebbe aver paura del Qarabag? Sousa deve perdere sei a zero per uscire dall’Europa. Certo, niente è da escludere nella vita, ma dire di non aver paura è un po’ come ammettere che un po’ di tensione c’è. Che va solo trasformata in concentrazione per evitare partenze come quella di San Siro, per esempio, perché gli avversari anche al Franchi erano partiti forte, a salvare Paulino e suoi fu l’espulsione di un azero.

Poi la Fiorentina ha buttato via la qualificazione automatica al primo posto regalando la partita al Paok. E allora la trasferta a Baku costringe tutti a fare i conti con la poco simpatica matematica, anche se alla fine basta dire che con un pareggio vai ai sedicesimi da primo in classifica e con un sorteggio probabilmente più favorevole. E la Fiorentina punta a questo: a essere quella che è “quasi” sempre stata lontano dal Franchi. Una squadra compatta, testarda e a tratti perfino bella. Sousa usa l’aggettivo che piace tanto agli allenatori. Una parola quasi onomatopeica e sensuale: intensità. «Dobbiamo essere intensi », dice l’allenatore, che in un pomeriggio azero deve dare una buona notizia ai cuori viola in cerca di sorrisi: la Fiorentina ai sedicesimi. E dai, manca poco. (...)

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