stampa

Ferrara scrive: “Com’è triste Firenze”

Rabbia, striscioni e stadio sempre più vuoto: il lungo crepuscolo della stagione più grigia

Redazione VN

Non è tanto la rabbia di qualche tifoso, ma la desolazione del cuore. E non sono un paio di striscioni appesi di notte sul cancellone verde del Franchi, ma sono quelli che restano a casa, anche con l’abbonamento in tasca, a fare più male. Perché Firenze e il suo stadio hanno visto di tutto e di più, ma questo senso di apatia è qualcosa di nuovo su cui è bene riflettere. Perché c’erano una volta i lacrimogeni che bruciavano l’aria nei giorni della cessione di un fenomeno, i garofani che piovevano dal cielo e le trasferte a Gubbio con tutta Firenze a spalare la neve nemmeno fosse la campagna di Napoleone in Russia. E quante volte i tifosi hanno chiesto un incontro, e quante volte sono piombati sulla scena per cercare di dare una svolta. (...)

Perchè poi oggi c’è l’universo social, dove ti puoi sfogare senza uscire di casa, dove le notizie vere e false corrono alla stessa velocità, dove condividi gioia e rabbia, dove alla fine rischi di sentirti maledettamente solo. Ed è qui che ricordi la Fiesole come era, e i riti della domenica. È un dolore, è quella voglia di un domani che hai cercato in quel plastico o nel nome di un nuovo allenatore che faccia rinascere il tuo sogno. Perché questi sono stati anni tosti pieni di cose: Prandelli, Anfield, Montella, una finale maledetta e una semifinale coi fischi che venivano giù. Amori violenti, rancori, cuori permalosi, gente che va e viene e Firenze sempre lì, a guardare con occhi sgranati tutto questo, mentre c’è chi riempie quel buco di bilancio mentre svuota il tuo cuore, che adesso ha un buco che nessuno riesce a riempire.

Che poi i Dv ci hanno provato: hanno richiamato Salica, il primo presidente. Persona educata, non certo arrogante. E poi Antognoni. Già. Sono stati i tifosi a chiederlo e la società li ha ascoltati. Che meraviglia avere una faccia amica dentro quelle stanze. Il Cda aveva anche messo in piedi una indagine sul rapporto tra la società e i suoi tifosi. L’avevano affidata a una professoressa della Bocconi che si occupa di Brand Management. Si chiama Maria Carmela Ostilio. Ci ha lavorato mesi su questo rapporto: dati, pareri, interviste. Risultato: l’hanno fatta fuori dal Cda. Cose che capitano, ma anche no. Perché fino ad oggi i Della Valle hanno fatto vivere momenti intensi e mesi di gelo. (...)

L'articolo completo di Benedetto Ferrara in edicola con La Repubblica