C’era una volta una criniera da leone, c’era la mitraglia e la corsa alla bandierina. C’era una statua sotto la curva dedicata a un ragazzo che spingeva potente sui suoi muscoli e la metteva dentro di testa, d’astuzia o con quella botta da lontano che sfondava la rete aprendo la strada a un immenso boato di felicità. Gabriel Omar Batistuta ha rappresentato l’intuizione più felice di giorni in cui splendeva sempre il sole, nel cuore dei tifosi della Fiorentina. Lui era l’orgoglio di una città, la spinta verso un sogno imprevisto sistemato su quell’eterno orizzonte che da troppo tempo sembrava un’utopia. Le sue parole erano i gol, il suo marchio si chiamava volontà senza limiti. Nessun fastidio poteva fermarlo, nessuna paura. Lui si prendeva un gruppo sulle spalle e riempiva lo spogliatoio con poche parole. L'articolo completo a firma Benedetto Ferrara è su La Repubblica in edicola oggi.
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Ferrara scrive: “C’era una volta Batistuta, orgoglio di una città”
Il ricordo di Bati dalle pagine dell'edizione di oggi di Repubblica
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