Due mesi che hanno cambiato tutto. Le prospettive, la squadra, il rapporto con la città. Sessanta giorni in cui siamo passati dall´impressione di un disimpegno alla certezza di un rilancio. Ma, soprattutto, due mesi che hanno trasformato l´immagine di Andrea Della Valle, forse anche un po´ affrancato dall´ombra del fratello, e rafforzato la presenza della famiglia nella Fiorentina.
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Estate indimenticabile progetto rilanciato e città riconquistata
La svolta della Fiorentina si chiama Andrea Della Valle
Andrea è stato la vera svolta. Ha mantenuto gli impegni presi con i tifosi (pulizia in società e squadra di nuovo competitiva), ha imparato dai suoi errori (via Corvino), ha cambiato la filosofia di gestione (si lavora in gruppo), ha scelto le persone giuste per rimettere in piedi un progetto che negli ultimi due anni aveva fatto crollare l´entusiasmo di una città che fino ad allora non sapeva cosa fosse l´indifferenza.
Insomma, dopo aver toccato il punto più basso della sua gestione, Della Valle ha rilanciato in grande stile e si è esposto in prima persona. Ha affidato la squadra a un tecnico giovane, preparato e per niente arrogante, ha scommesso su Pradè e Macia, ha chiesto di fare piazza pulita dentro lo spogliatoio, ha preteso una squadra di giocatori convinti e motivati, ha trattenuto Jovetic nonostante le manovre spericolate del suo procuratore Ramadani e del suo amico italiano Berti. E poi è tornato ad emozionarsi. Un cambiamento che Firenze ha molto apprezzato. Così dopo i fischi e le offese del finale di stagione, sono arrivati gli applausi, le foto, gli autografi.
Intanto Pradè e Macia rimettevano insieme la squadra. Pezzo dopo pezzo, giocatore dopo giocatore. Ci voleva una rivoluzione per dare il senso vero del cambiamento, e rivoluzione è stata. Mai tanti arrivi e tante cessioni. E non ci ricordiamo una sessione di mercato che abbia cambiato così nettamente la fisionomia della squadra. Oltretutto senza spendere un euro. Tra entrate (27 milioni e 250mila euro) e uscite (27 milioni e 500mila) il saldo di mercato è praticamente in pareggio.
Però la Fiorentina di adesso è tutta un´altra cosa. C´è qualità, finalmente, e c´è un gruppo che ha la testa dentro questo progetto. Via tutti quelli che non erano più in sintonia. Vargas e tutti gli altri, compreso Lazzari. Un cambiamento sostanziale, necessario, spinto soprattutto dalla proprietà e dalla voglia di ridare a Firenze una squadra in cui credere. Basta con le sbronze, con le notti delle pernici, con atteggiamenti sbagliati, la nuova Fiorentina, nuova anche nelle logiche di gestione, sarà inflessibile. E Montella è perfettamente in linea con questo progetto. Ha le idee chiare e gli piace che la sua squadra giochi a calcio. È una scommessa, ma dopo le sbruffonate di Mihajlovic è una scommessa che a tutti va di fare. Pradè e Macia gli hanno dato una squadra ambiziosa, con un grande centrocampo e tante cose ancora da scoprire. Non è arrivato l´attaccante che tutti aspettavano. Il colpo doveva essere Berbatov, ma per come è andata meglio che non sia arrivato. Il materiale per fare bene però c´è, e dove può arrivare questa Fiorentina lo scopriremo strada facendo. L´obiettivo è l´Europa, lo ha detto anche Della Valle, ma per il momento è meglio volare bassi.
Rimane aperta una sola questione: il nuovo stadio. Anzi, la cittadella. «Può nascere qualcosa di interessante» ci ha detto a Moena Andrea Della Valle. Bene, aspettiamo. I rapporti con Palazzo Vecchio sono buoni, l´area c´è, gli investimenti sono pronti. Per il futuro della Fiorentina è un passaggio fondamentale. Ma intanto godiamoci questa rifondazione. Ci voleva.
Giuseppe Calabrese - la Repubblica
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