stampa

Erodiani tira in ballo Lotito «Il presidente sapeva»

La sorpresa arriva quando nessuno se l’aspetta. E non dai «big» convocati ieri in Figc, come i due azzurri Mimmo Criscito e Leonardo Bonucci o l’interista Andrea Ranocchia. È il …

Redazione VN

La sorpresa arriva quando nessuno se l'aspetta. E non dai «big» convocati ieri in Figc, come i due azzurri Mimmo Criscito e Leonardo Bonucci o l'interista Andrea Ranocchia. È il titolare dell'agenzia di scommesse Massimo Erodiani (già ritenuto dalla procura di Cremona membro dell'associazione che mirava a taroccare le partite e più volte ascoltato) a ritirare in ballo con i federali due gare chiacchierate della Lazio: una con l'Albinoleffe in Coppa Italia (3-0, 25 novembre 2010) e l'altra col Siena nella stagione 2006-07. Solo che nel primo caso paventa il coinvolgimento diretto del presidente Claudio Lotito. Erodiani — difeso dall'avvocato Paolo D'Incecco — parla prima genericamente, citando «voci risapute nell'ambiente, chiacchiere diffuse». Poi però fa nome e cognome della sua fonte: «A raccontarmi che c'era di mezzo la dirigenza della Lazio è stato Ivan Tisci». Tisci, ex giocatore di Avellino e Lanciano, ha già patteggiato una squalifica di un anno nel primo filone del calcioscommesse. Se i federali dovessero credere a Erodiani e alle sue rivelazioni «de relato», il presidente della Lazio rischierebbe anche l'accusa di illecito o — quanto meno — l'omessa denuncia. Le puntate erano sull'over (2-0) nel primo tempo e anche come risultato finale. Di questa partita — e negli stessi termini —, aveva già parlato il pentito Carlo Gervasoni al pm di Cremona Roberto Di Martino: «Gegic mi riferì che Lazio-AlbinoLeffe di Coppa Italia era stata combinata dai giocatori dell'AlbinoLeffe con over e sconfitta. Non mi disse chi aveva organizzato la combine».

In Siena-Lazio del 2007 (2-1), invece — partita che decretò la salvezza dei toscani a scapito del Chievo —, l'accordo sarebbe stato tra calciatori: «In questo caso Lotito non c'entra niente», ha raccontato Erodiani ieri in Figc. Il presidente della Lazio ne sarebbe venuto a conoscenza a cose fatte e, a fine stagione, avrebbe cacciato tre suoi giocatori ritenuti responsabili della combine. I fatti sono comunque prescritti. Anche questa partita era già finita sotto la lente delle procure di Cremona e Napoli per una denuncia di estorsione fatta dal difensore Paolo Negro (autore del gol decisivo per il Siena, con un passato nella Lazio) che avrebbe concordato la vittoria con gli ex compagni. Lo Sco in un'intercettazione tra due pregiudicati carpì la frase: «Guarda che Negro c'entra eccome, a questo togliamo un sacco di soldi». Tornando alla giustizia sportiva, tutto il filone Lazio potrebbe però arrivare a processo solo in autunno, assieme ai fatti che riguardano il Genoa. E sui fatti di Genova ieri è stato sentito Criscito: su di lui pendono la presunta combine nella gara con la Lazio e il legame che scotta con alcuni tifosi rossoblù. Bonucci invece è accusato da Andrea Masiello per Udinese-Bari: lo juventino in due ore ha respinto ogni addebito. Ma dalla Procura di Bari è arrivato il rinvio a giudizio di Pierandrea Semeraro, ex presidente del Lecce: per Palazzi la conferma dell'attendibilità di Masiello. Invece Ranocchia (non indagato) è stato sentito solo come testimone.

Corriere della Sera