Antonio Conte fa sul serio con Federico Bernardeschi. Il c.t. azzurro - scrive La Gazzetta dello Sport - ha in mente progetti tattici importanti per il 22enne talento viola che in pochi mesi si è messo dietro gente pesante nella corsa a Euro 2016. Una stagione nella quale Federico ha mostrato maturità da big, sia sotto il profilo tattico sia fisicamente. Conte si è mosso più volte in prima persona per verificare la crescita del ragazzo e alla vigilia delle amichevoli di lusso con Spagna e Germania ha riunito i suoi collaboratori e ha sentenziato: «Questo fa al caso nostro, ora voglio verificarlo direttamente sul campo, in allenamento». Di fatto, Bernardeschi ha un piede in Francia: l’importante è che in questa campagna azzurra non sgarri a livello di concentrazione e intensità.
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Ecco Bernardeschi: prima il tagliando, poi l’Europeo
Il gioiello della Fiorentina piace a Conte per la sua duttilità. Per gli Europei se la potrebbe giocare con altri quattro
Molti indizi portano a credere che il campioncino della Fiorentina debba vedersela con altri quattro colleghi in una corsa che porta a due sole maglie europee: Insigne, Bonaventura, Giaccherini e Soriano i potenziali rivali. Gruppetto tosto, piuttosto insidioso, ma va detto che Federico oggi sarebbe parecchio avanti in un’ipotetica griglia di partenza: probabilmente in prima fila, accanto a Giaccherini, vero pupillo del c.t. azzurro. Insigne a rischio? Sì, proprio per una questione di duttilità tattica. Il napoletano sembra infatti raggiungere livelli di eccellenza solo come esterno in un tridente puro, mentre Bernardeschi può calare un curriculum stagionale che evidenzia esperienze positive, alcune parecchio buone, in ogni zona del campo: laterale di centrocampo, trequartista e anche punta in appoggio del centravanti; per intenderci, uno capace di inserirsi al meglio nei vari sistemi adottati dalla Nazionale negli ultimi due anni. Piedi raffinati, presenza fisica importante, buonissima gamba e serietà professionale: insomma, tutto ciò che cerca Antonio Conte, tecnico che alla Juve non esitò per esempio a preferire l’allora acerbo Pogba al veterano Marchisio.
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