Gonzalo c'è. Anche se forse avrebbe voluto essere dov'è Roncaglia e dove è stato un paio di mesi, cioè con l'Argentina perché richiamato a distanza di sette anni dall'ultima volta: ma alla Fiorentina (e intimamente a Paulo Sousa) fa un gran comodo che il difensore ex Villarreal - scrive Francesco Gensini sul Corriere dello Sport-Stadio - sia rimasto a Firenze durante questa nuova sosta. Ed il fatto che sia l'unico dei difensori non convocati in Nazionale, e quindi in grado di preparare la gara con l'Empoli senza scossoni né rientrati affrettati, è sì un particolare non di secondaria importanza, ma comunque non il principale.
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E ora l’uomo determinante è Gonzalo
Energico, affidabile. La paura è che l'Argentina convochi anche lui
Il motivo vero è che Gonzalo Rodriguez non da oggi è un pilastro della Fiorentina. Della Fiorentina che era allenata da Montella, della Fiorentina che è allenata da Paulo Sousa. Era ed è impossibile rinunciarvi, perché garantisce personalità, qualità nelle chiusure, senso tattico, grinta ed esperienza, capacità d'impostare l'azione, tutte cose che lo rendono uno dei centrali più apprezzati e più forti sotto il profilo del rendimento. E' arrivato a Firenze e si è imposto. E' rimasto prolungando il contatto e si è imposto ancora di più. Non ne poteva fare a meno Montella, non ci rinuncia Paulo Sousa che per dimostrare quanto importante sia Gonzalo dentro la Fiorentina squadra e dentro la Fiorentina intesa come gruppo, ha deciso di responsabilizzarlo consegnandogli la fascia da capitano nell'ultima partita a Genova contro la Sampdoria: in campo c'era anche Pasqual e questo significa un cambio di gerarchia o forse ancora no. Di sicuro significa che Gonzalo "rappresenta" la Fiorentina. Siccome il 31enne sudamericano è uno di poche parole, "ringrazierà" tecnico e compagni nell'unica maniera voluta e preferita: dando il 100 per cento per la maglia viola come è stato in questi tre anni e mezzo di Firenze.
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