Tutto deciso, o quasi, a livello di date. La Fiorentina di Montella partirà alla volta del ritiro di Moena il 16 luglio. Dieci giorni di lavoro, prima del rompete le righe previsto per il 26 luglio. Tre giorni di riposo, questo il programma iniziale, e poi ancora a Moena per una settimana di lavoro. L’ultima parola, però, toccherà a Montella che oggi a Firenze con la dirigenza gigliata parlerà anche di questo. Se è vero infatti che la prima parte di ritiro è già stata decisa e ufficializzata, sulla seconda parte c’è ancora un grande punto interrogativo che sarà sciolto soltanto nei prossimi giorni. Montella, infatti, potrebbe preferire altro da agosto in poi. Sicuramente la Fiorentina il 16 luglio partirà alla volta di Moena e tre giorni prima cominceranno le visite mediche all’ospedale di Careggi. Assieme naturalmente ai test fisici.
stampa
E Montella deciderà anche sul ritiro: un anno fa scelse il mare
A Moena dal 16 al 26 luglio. Poi si vedrà
Come lavorerà Vincenzo Montella in ritiro? Montella, come un po’ tutti gli allenatori moderni, predilige il lavoro con il pallone ma non sottovaluta assolutamente il lavoro fisico. Lo scorso anno, il suo Catania, non scelse la montagna per il ritiro estivo. Particolare non da poco, visto che quest’anno la Fiorentina a Moena potrebbe stare per quasi un mese. Ritiro a Torre del Grifo, dove le temperature non erano certamente fresche. Montella però accettò la proposta della società, anticipando le sedute mattutine e posticipando quelle pomeridiane per evitare l’afa che a luglio non manca davvero mai. E il ritiro andrò molto bene, con un Catania che in campionato cominciò subito con la marcia giusta. Poche amichevoli, almeno all’inizio. Poi ad agosto il discorso cambia, con partite anche importanti che la Fiorentina potrebbe mettere in piedi per testare il primo mese di lavoro del nuovo allenatore gigliato che nei primi giorni di ritiro fa sempre effettuare dei test finalizzati alla piena valutazione dell’efficenza atletica. E gli allenamenti? Sempre e comunque doppie sedute, con molte esercitazioni con il pallone. Montella non disdegna affatto le partitine (qualche volta le gioca anche lui, da vecchio attaccante d’area di rigore) e le sfide contro formazioni di seconda e terza categoria, come accaduto lo scorso anno nel ritiro di luglio del Catania. Lo chiamano innovatore, perché spesso e volentieri presenta allenamenti diversi, a gruppi, concentrati molto sulla tattica e sul possesso palla. Per il resto, anche lui, è ormai abituato agli allenamenti a porte chiuse. Come a Roma, nel ritiro di Trigoria dove soltanto le telecamere di Roma Channel potevano riprendere qualche spezzone degli allenamenti. Non potrà accadere a Moena ma accadrà sicuramente a Firenze.
La Nazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA