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È l’ora di Pepito

Due anni dopo, l’americanino silenzioso e tenace chiude il cerchio e si prende la rivincita sul destino che lo aveva sgambettato senza tanti complimenti dentro l’area di rigore. Giuseppe Rossi …

Redazione VN

Due anni dopo, l’americanino silenzioso e tenace chiude il cerchio e si prende la rivincita sul destino che lo aveva sgambettato senza tanti complimenti dentro l’area di rigore. Giuseppe Rossi torna titolare in nazionale. Una rivincita per lui e un’occasione per Prandelli, che in Inghilterra festeggia la 50ª panchina azzurra. Pepito ha dato un calcio alla malasorte (due infortuni e tre operazioni al legamento del ginocchio destro), segnando 11 reti in campionato e una in Europa League; conquistando il cuore di Firenze al di là della tripletta rifilata alla Juventus; fornendo a se stesso risposte incoraggianti. Ma soltanto stasera a Craven Cottage, il vecchio stadio di legno del Fulham, completerà il suo riscatto. Perché è alla maglia azzurra della nazionale che puntava sin dal giorno maledetto in cui si è fatto male per la prima volta al Santiago Bernabeu. Ha perso l’Europeo che aveva conquistato con Cassano, ma vuole a tutti i costi il Mondiale con Balotelli. Più forte di tutto, anche della sfortuna che ha provato a piegarlo quando sul suo talento aveva messo gli occhi il Barcellona e il cartellino era schizzato a prezzi astronomici: 40 milioni.

Giuseppe, dopo la manciata di minuti a Napoli contro l’Armenia, rende questo nuovo debutto quasi un evento normale. Ma soltanto chi è vicino a lui e gli vuole bene, la mamma Cleonilde e la fidanzata Jenna, il fisioterapista Luke Bongiorno, sanno quanto sia stata complicata la risalita. Il c.t. lo accoglie a braccia aperte: «È un attaccante moderno che può fare sia la prima sia la seconda punta e gioca sempre con la squadra». Il contrario esatto di Balotelli, che è un talento immenso, ma gioca sempre per conto suo. La speranza di Prandelli è che, essendo poli opposti, si attraggano. Fuori dal campo sono distanti anni luce, dentro sono un’incognita: insieme hanno giocato 3 spezzoni, 77 minuti in tutto e solo una volta dall’inizio, contro la Romania, nella notte maledetta degli insulti razzisti a Balo.

Stasera contro la Nigeria, appena qualificata al Mondiale brasiliano, è in programma l’ultimo appuntamento del 2013, il penultimo prima delle convocazioni. Squadra nuova per 9 undicesimi con un solo dubbio: De Rossi è acciaccato, se non ce la dovesse fare dentro Thiago Motta. Ma gli occhi saranno tutti per i nuovi gemelli. «A Balotelli chiedo che anticipi i movimenti senza palla e attacchi l’area di rigore», dice Prandelli. In tribuna, per Mario, è annunciato Mourinho che in estate, nonostante i contrasti, potrebbe volerlo al Chelsea. Anche se, per adesso, è più l’attaccante a rimpiangere l’Inghilterra che il contrario. Rossi non ha questi problemi. Firenze tifa per lui e Diego Della Valle, solitamente poco incline a commentare la questioni calcistiche, lo incoraggia affettuosamente: «È un ragazzo in gamba e si merita la nazionale. Speriamo che possa aiutarla come sta aiutando la Fiorentina».

Alessandro Bocci - Corriere della Sera