Tra i problemi che attanagliano la Fiorentina in questo sfortunato avvio di 2013, Stadio si sofferma sull'involuzione di Stevan Jovetic. Stiamo parlando del miglior giocatore della Fiorentina, per questo se non fa un gol in 307' è un problema. Non è la prima volta in questa stagione che il montenegrino resta senza reti per più di 300', ma adesso più del gol che non arriva è il suo gioco, il suo movimento a non convincere. Contro la Roma, Jovetic ha tirato 7 volte verso la porta, con scarsissima precisione (e già questo non va bene), ma soprattutto ha tirato da posizioni assurde, o troppo spostato, o troppo lontano. JoJo rientra di continuo per legare il centrocampo all’attacco, per cercare il dribbling e la superiorità numerica a ridosso dell’area avversaria. Lo fa con Toni, con Ljajic, con Seferovic, con El Hamdaoui, in questo periodo lo fa con così tanta insistenza e così poca brillantezza che per le difese avversarie diventa facile chiudere gli spazi.
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E Jovetic dov’è finito?
Non è solo questione di gol: anche il gioco non convince (COMMENTA)
Quando non trova la qualità, pensa di porre rimedio con la quantità. Il pensiero in assoluto è da apprezzare, Jovetic si mette sempre a disposizione della squadra, ma per la quantità ci sono gli esterni, c’è Migliaccio, c’è Romulo, da lui ci si aspetta il colpo decisivo, il guizzo, lo spunto, la giocata che piega la partita. Fa l’attaccante come se fosse un mediano e non va bene. C’è una statistica in campionato che lo inchioda: è il giocatore che, dopo Cavani, ha tirato di più verso la porta (67 volte), ma appena 24 nello specchio per un totale di 8 gol. Cavani ha 73 conclusioni, 34 fra i pali e 16 in rete; El Shaarawy, che ha 5 partite più di Jovetic, ha concluso lo stesso numero di volte (67), ma 34 nello specchio e 14 in rete. La percentuale di errore è troppo alta per il montenegrino che paga più di tutti l’assenza di Pizarro: gli viene a mancare il lancio verticale che sparecchia la difesa, ma Montella deve trovare in fretta la soluzione perché il rilancio della Fiorentina non può che passare attraverso il rilancio del suo più forte attaccante.
ALESSIO CROCIANI
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