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È il dopo Siviglia: dal tiki-taka al muro

Addio al centrocampo tutto tecnica, anche i viola si adeguano al nuovo calcio

Redazione VN

La lezione di due semifinali. Con i sogni che si infrangono sui muri avversari, che siano italiani come nel caso della Juventus o spagnoli come contro il Siviglia. Già, in questi giorni di mercato della Fiorentina tornano in mente proprio la serate di coppa. Soprattutto quella del 7 maggio scorso in Andalusia, con il 3-0 che tagliò ogni speranza e che fece dire a Montella: «Fisicamente stasera eravamo inferiori, come struttura, loro geneticamente sono superiori a noi». (...)

Quella Fiorentina è destinata a entrare nel cassetto dei ricordi, nonostante abbia divertito e fatto parlare di sé grazie proprio a queste peculiarità che l’avevano fatta conoscere ed ammirare anche all’estero (in Spagna, i viola negli ultimi anni sono stati la squadra italiana più seguita), creando un’identità ben precisa. Quasi un marchio.

Certo, i risultati, intesi come trofei o accesso alla Champions alla fine non sono arrivati, nonostante il club non abbia risparmiato investimenti e concesso ai propri dirigenti di chiudere un occhio su un monte ingaggi che stava lievitando. Perché la priorità, appunto, era provare a vincere qualcosa, senza snaturare mai la propria filosofia con il «divertimento» (un input arrivato dall’alto, dagli stessi Della Valle) prima di tutto.

L’addio di Montella e i risultati della scorsa stagione però hanno cambiato l’orizzonte della Fiorentina. L’essere battuti sul campo da Siviglia, Juventus e Lazio (rispettivamente in Europa, coppa Italia e campionato), ha fornito più di uno spunto di riflessione. E il minimo comun denominatore, alla fine, è sempre stato lo stesso: una mancanza di muscoli e prestanza fisica indispensabile a certi livelli, sia per reggere i duelli in campo, sia lo stress di una stagione lunghissima.

Da tutto questo nasce allora l’idea della nuova Fiorentina. Senza più le giocate e il fosforo di Pizarro, il passo compassato di Aquilani e la leggerezza di Cuadrado, vero simbolo della squadra viola nelle ultime tre stagioni. No, tutto questo sarà concesso solo ai giocatori offensivi, a chi con la propria tecnica sarà chiamato a risolvere le partite. Alle loro spalle però ecco che anche la Fiorentina ha tutta l’intenzione di costruire il proprio muro. Nella speranza di non vincere più soltanto la classifica degli applausi.

Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino