Il tempo dell’attesa è finito. Quello delle parole e delle polemiche pure. Speriamo. Dopo oltre un mese di problemi, infortuni, incomprensioni, trasferte tedesche, visite e responsi (tutti) positivi, Jovetic è pronto per tornare in campo. Si fermò dopo la partita col Cagliari. Un gol e un assist, quel giorno. Da quel momento è successo più o meno di tutto. Ne ha sofferto, Jo-Jo, infastidito dalle solite voci. Non sopporta il dolore, non si sacrifica o roba di questo genere. Di certo c’è che ancora una volta il montenegrino ha avuto bisogno di un consulto esterno prima di tornare a disposizione del suo allenatore. Oggi si allenerà col gruppo. Subito.
stampa
Finalmente Jovetic è pronto a rientrare
Dicevano che non fosse indispensabile, poi sono venuti i problemi (COMM.)
Salvo brutte sorprese, per intendersi, domenica contro il Siena giocherà dal primo minuto. Una splendida notizia per Montella. «Prima o poi dovrà rientrare», disse l’aeroplanino dopo il pareggio con la Sampdoria. Neanche lui ha gradito questa situazione. E non l’ha nascosto. Nel mezzo una serie di partite che hanno portato la Fiorentina a sognare lo scudetto prima, e a rimettere bruscamente i piedi per terra poi. C’era addirittura chi diceva che questa squadra potesse serenamente farne a meno, di Jovetic. Colpa, o meglio merito, di un paio di prestazioni super. Col Milan, e con l’Atalanta. Due vittorie, sette gol segnati e la convinzione (speranza?) di aver nel gioco l’unico vero punto di riferimento. I problemi sono venuti dopo. A Torino, per esempio, dove i viola hanno spinto tanto, non troppo, faticando da morire a tirare in porta. Non a caso uno dei due gol è arrivato solo su rigore, con Gonzalo Rodriguez. Per non dire del 2-2 con la Sampdoria. Doppietta di Savic e attacco fantasma. Giocavano Mati Fernandez ed El Hamdoui, perché mancava anche Toni. Infine la trasferta di Roma, l’esperimento Cuadrado seconda punta e una sensazione forte. Con Stevan, la difesa giallorossa si sarebbe fatta male. Molto male.
E’ stata la settimana più complessa, la scorsa. Fatta (appunto) di discussioni e appuntamenti rimandati. Doveva rientrare in gruppo gradualmente, pronto come minimo per giocarsi uno spezzone di partita. Invece no. Il comunicato, il viaggio dal professor Muller-Wohlfahrt a Monaco di Baviera, il via libera e il ritorno a Firenze. Quindi la convocazione. Pensare di vederlo in campo era francamente impossibile, ed infatti Montella lo ha lasciato in panchina. Eppure avrebbe fatto comodo eccome. Anche negli ultimi minuti. Chissà, per dire, come sarebbe finita se quell’occasione l’avesse avuta Jovetic invece di Seferovic. Non è entrato perché nelle gambe non aveva allenamenti, e perché il blitz in Germania aveva ulteriormente complicato i piani. E poi era freddo, all’Olimpico. Parecchio freddo. Forse troppo per rischiare. Alla fine dei conti i numeri dicono che in cinque partite senza il suo miglior giocatore la Fiorentina ha messo insieme otto punti. Due vittorie, due pareggi e una sconfitta. In classifica, rispetto alle prime tre, il cammino è stato simile. Due punti persi da Juve e Napoli, uno guadagnato sull’Inter. Adesso sta (anche) a lui. Perché con Jovetic, davvero, tutto è possibile.
Matteo Magrini - La Repubblica
© RIPRODUZIONE RISERVATA