Dubbi e problemi, la squadra non gira. E l’ultimo test si risolve in un pareggio

Un pareggino tristanzuolo (0-0), una partita senza idee e con poca brillantezza. Contro il Parma la Fiorentina ha fatto un passo indietro sul piano del gioco e delle convinzioni. C’è ancora molto da lavorare. «Mi aspettavo di più — dice con sincerità Pioli — Abbiamo fatto tanti errori nella gestione della gara e abbiamo perso troppi palloni, che può essere pericoloso quando giocheremo le partite vere. Dobbiamo lavorare duro».

La Fiorentina che scende in campo a Viareggio è quella che domenica esordirà a San Siro. Se poi Corvino tra oggi e domani dovesse chiudere qualche acquisto (Simeone), si vedrà che fare. In ogni caso l’idea di squadra è quella vista con il Parma, magari con un attaccante diverso. Non c’è Chiesa, che a Milano sarà squalificato, e non c’è nemmeno Kalinic, frastornato dal mercato e in partenza. Così il 4-2-3-1 di Pioli è una scelta forzata. In difesa Gaspar e Olivera esterni con Astori e Vitor Hugo centrali, poi Sanchez e Veretout a centrocampo e la linea dei tre (Benassi a destra, Eysseric in mezzo e Zekhnini a sinistra) dietro a Babacar.

Diciamo che Pioli ha un bel po’ di cose su cui riflettere. Soprattutto a sinistra. Da quella parte Olivera e Zekhnini sono da brividi. Ma questo si sapeva. E lì davanti Babacar è ancora un po’ troppo inconsistente. Non deve essere facile giocare sapendo che la Fiorentina sta cercando una punta per sostituire Kalinic e che a te tocca sempre partire dalla panchina. Detto questo, però, Babacar fa pochino per mettere in difficoltà Pioli. Poca profondità, zero tiri in porta. Le uniche cose buone — ma senza entusiasmarsi troppo, sia chiaro — le fanno Veretout, Eysseric e Benassi, i soli insieme ad Astori già pronti per l’Inter. Gli altri sono ancora indietro, e infatti nel primo tempo in almeno tre occasioni il Parma mette in difficoltà Sportiello. Così scrive Repubblica; l'articolo completo con il quotidiano in edicola.