La classifica è allegra come la maglia nera indossata nel giorno dedicato ai defunti. La Fiorentina non riesce ad essere coerente con se stessa e con i suoi ambiziosi proclami e perde 3-1 a Marassi contro la Samp. Troppi errori banali e molti giocatori sotto il livello della decenza. E se il peggiore si chiama Gonzalo, è dura pensare di uscire vivi dal campo della terza in classifica. La Sampdoria non sarà una squadra di fenomeni, ma un gruppo compatto e votato al sacrificio lo è di sicuro. La Fiorentina ci prova, è vero. Ma c’è confusione. E un po’ troppa approssimazione. Il campo non aiuta, ma come alibi non regge.
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Domenica in nero. Ma adesso serve uno scatto dei leader
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su Repubblica
La Fiorentina non è una squadra in piena crisi, se per crisi intendiamo quel perdersi in assenza di stimoli oppure quel morbo figlio di distrazioni mentali o liti intestine. Le vittorie contro Inter e Udinese (grandi prove ma anche avversari modesti, diciamocelo) ci dicono che la voglia c’è. Ma per trovare la costanza la volontà non basta. Serve molta testa. E una condizione generale che ti permetta di importi anche fisicamente, soprattutto in partite come quelle di Genova, dove tra le zolle il temperamento fa la differenza. Che Montella abbia delle responsabilità è chiaro. Ne ha lui, ne ha la società (quanti giocatori arrivati nelle ultime sessioni di mercato sono sani o fanno la differenza?), ne hanno quei giocatori di livello, vedi Cuadrado, che stanno giocando sotto le righe. Ma un’analisi corretta sui limiti di questa Fiorentina va fatta indipendentemente da questa sconfitta.
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su Repubblica
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