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Diritti tv, Mediaset si allea. Sorride la Serie A

Il mercato televisivo, e di conseguenza quello dei diritti sportivi, è vicino a una rivoluzione epocale. Dopo l’approdo, ormai datato, dell’australiano Murdoch, l’Italia si prepara ad accogliere altri stranieri: i …

Redazione VN

Il mercato televisivo, e di conseguenza quello dei diritti sportivi, è vicino a una rivoluzione epocale. Dopo l’approdo, ormai datato, dell’australiano Murdoch, l’Italia si prepara ad accogliere altri stranieri: i qatarioti di Al Jazeera e i francesi di Canal+ (già azionisti di Tele+) avrebbero raggiunto un’intesa preliminare con Mediaset Premium, la pay tv berlusconiana sul digitale terrestre da tempo in cerca di soci internazionali in modo da gettarsi nella contesa globale. I due soggetti interessati accederanno ora alla due diligence , cioè alla verifica contabile. (...)

Che siano due o uno i soci di Berlusconi, cambia poco per lo scenario pallonaro. In entrambi i casi in Italia nascerà, o meglio si potenzierà, un big della pay in grado di rivaleggiare ad armi pari, in termini di liquidità da investire, con Sky. Basti solo pensare all’attuale differenza di fatturato tra le due piattaforme: 552 milioni per Mediaset Premium, 2,9 miliardi per Sky Italia. Finora la televisione a pagamento è stata un’avventura in rosso per Fininvest. Impossibile competere con Murdoch, neppure dopo la migrazione degli utenti dall’analogico al digitale. Un gap che si è manifestato platealmente nel calcio. Sky paga attualmente più del doppio di Mediaset per trasmettere la Serie A: 561 milioni contro 268. È vero che la prima fa vedere tutte le partite e l’altra ha 12 squadre su 20, ma Mediaset ha comunque in portafoglio i team col bacino d’utenza più ampio. Lunedì l’assemblea dei club approverà il contratto con l’advisor Infront che prevede un minimo garantito da 980 milioni a stagione per il 2015-18, con rinnovo automatico in caso di incassi annui per 1 miliardo e 40 milioni. Entro metà maggio la Lega presenterà gli inviti a offrire. Con una Mediaset Premium forte lo scenario cambia radicalmente. Di sicuro è un vantaggio per l’intero movimento e per le casse delle società. Se prima si temeva un decremento degli introiti televisivi (fino al 2015 arriva complessivamente un miliardo a stagione), adesso si può ipotizzare addirittura una crescita. (...)

La Gazzetta dello Sport