«Quando arrivai nella Lega calcio, da Cenerentolo — raccontava qualche tempo fa al Foglio — c’era Diego Della Valle che mi zittiva: “Tu stai zitto e paga le tasse”, mi diceva. Ora al contrario mi stanno a sentire tutti. Sono diventato autorevole». E perfino col dono dell’ubiquità, si potrebbe dire, vista la sua capacità di rivestire contemporaneamente il ruolo di presidente della Lazio e di più fidato consigliere Figc di Carlo Tavecchio.
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Della Valle-Lotito, un duello nel Palazzo. Che sfida domenica!
Al Franchi il duello non sarà solo sul campo, ma anche tra due opposte visioni del calcio
Questione di giacche, quella con l’aquila biancoceleste oppure quella un po’ retrò con la scritta «Italia». Claudio Lotito le infila e le sfila che nemmeno Superman in una porta girevole, lui che il «potere» se lo è dovuto conquistare con costanza e caparbietà, da parvenu poco gradito del calcio, da nuova possibile «macchietta», al braccio destro del presidente federale. (...)
Eppure ci aveva provato anche Della Valle, ormai tre anni fa, a dare una sferzata al calcio italiano, indicando una via di trasparenza, con ad esempio l’istituzione di una Consob del calcio, e di innovazione partendo dai nuovi stadi fino a una gestione manageriale del prodotto serie A in grado lavorare sui mercati esteri, sul modello di quanto avviene già in Germania e in Inghilterra. «Nessuno investe nel calcio italiano: c’è una ragione. Con alcuni presidenti — tuonò Diego Della Valle — si possono fare discorsi seri, sono persone affidabili, ma qualche altro non merita neanche l’attenzione di un minuto, eppure ce li ritroviamo oggi che pontificano tutti i giorni su cosa si dovrebbe fare. Quando li vedo in tv mi viene la pelle d’oca». Facile pensare che fra questi «personaggi» ci fosse anche Claudio Lotito, con cui da sempre i rapporti sono a dir poco tesi. Tanto che Lotito non perde occasione di paragonare la sua Lazio alla Fiorentina come avvenuto lo scorso luglio al Guerin Sportiv o quando, parlando del Fair Play finanziario, il patron biancoceleste ha voluto sottolineare come «Potrei dire che la Lazio negli ultimi cinque anni ha vinto più del Napoli e della Fiorentina».
Parole che di sicuro non avranno fatto piacere ai Della Valle freschi di delusione e amarezza per la sconfitta della finale di coppa Italia, persa sì sul campo dai viola, ma dal tutto il calcio italiano sugli spalti. Già, i vertici del pallone e la battaglia estiva sulla nuova presidenza che ha diviso ancora una volta i fronti con la Fiorentina per prima decisa nel ritirare l’appoggio alla candidatura a Tavecchio dopo le frasi razziste su Pogba e Claudio Lotito che invece non ha mai fatto marcia indietro conquistando alla fine il posto di fidato consigliere. Una vittoria, quella del patron biancoceleste, che ha fatto storcere il naso a buona parte dell’Italia pallonara. Almeno di quella al latino maccheronico di Lotito avrebbe preferito magari l’inglese, la lingua del calcio (e non solo) che conta.
Corriere Fiorentino
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