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Della Valle cambia stile (e riconquista i tifosi)

Tra esultanze e frecciate il Patron è di nuovo al centro del progetto (COMMENTA)

Redazione VN

Lo abbiamo visto sudatissimo contro l’Udinese. Agitarsi in tribuna con la Juve. Esultare contro la Lazio dopo il gol di Ljajic. Da quando si è liberato dell’immagine del manager compassato, Andrea Della Valle ha rivelato il suo vero io. Quello del dirigente appassionato e passionale. Ha un’anima da tifoso il pres, e finalmente l’ha tirata fuori. Anche se dopo la gara con l’Udinese si è quasi scusato. «Io sono così. Magari un po’ più controllato, ma così. Oggi sembravo un ultrà... Ma adesso mi ricompongo ». Poi ha spiegato: «Era giusto lasciarsi andare, è stata un’estate sofferta, alla fine credo di aver mantenuto le promesse».

Piace la nuova immagine di Andrea Della Valle. Era dalle notti Champions che non si vedeva così. E poi negli ultimi due anni anche lui si era un po’ allontanato da Firenze. Le difficoltà, le polemiche, una squadra consunta, un mercato sbagliato. Tra tifosi e proprietà si era allargata una frattura che sembrava insanabile, e che aveva portato agli insulti di una parte della Fiesole. Parole pesanti, che durante la partita con il Cagliari, a maggio scorso, avevano portato Andrea ad abbandonare lo stadio. Un gesto istintivo e plateale. Quasi una presa di coscienza.

Poi l’estate ha cambiato tutto. Della Valle ha rivoltato la Fiorentina. Aria nuova, facce nuove. E un nuovo entusiasmo. Dalle foto con i bambini a Moena agli autografi, fino ai cori del Franchi e a quella camicia zuppa di sudore che ha segnato l’inizio di una nuova stagione. Quella della partecipazione vera, emotiva, coinvolgente. La rinascita del progetto. Le nuove ambizioni. Andrea va in ritiro. Andrea convince Jovetic. Andrea incontra la squadra tutte le settimane. Andrea investe. Andrea prende posizione, e quando serve è duro. Già, c’è anche questo nel nuovo Della Valle, una più convinta difesa del suo club e della sua storia. Senza remore e senza timori. Come il riferimento allo scudetto dell’82 e quella polemica infinita con la Juventus portata avanti senza mai fare un passo indietro.

Peccato che Della Valle non vada in trasferta. Forse con lui in tribuna sarebbe un’altra Fiorentina. Perché come dice sempre Montella «la presenza del presidente ci fa bene». Ma chissà che prima o poi non cada anche questo tabù. Noi che c’eravamo ce lo ricordiamo sui campetti della C2. Lui e suo fratello Diego. E un paio di volte lo abbiamo incrociato a San Siro.

E poi insieme abbiamo condiviso tanti notti europee. Ma il campionato rimane una cosa a sé. Fuori dalle regole e dalle logiche. Quando la Fiorentina gioca lontano dal Franchi lui soffre in poltrona, nella sua casa nelle Marche. E dopo la partita chiama sempre, quasi fosse un rito. Lo stadio, però, è un’altra cosa e per dare il senso vero del cambiamento vederlo in trasferta non sarebbe male. Firenze aspetta.

Giuseppe Calabrese - La Repubblica