Anche Giancarlo De Sisti, capitano di quella Fiorentina scudettata nel '69, ricorda Bruno Pesaola sulle colonne de' La Repubblica: "L'autostima che riuscì ad infonderci, fu il suo segreto. Il suo merito più importante. Quel gruppo era giovane, e sicuramente ricco di talento, ma aveva bisogno di un uomo così per poter esser grande davvero. E’ stato come un fratello maggiore per me è come tale gli volevo bene. Ho stimato poche persone nel mondo del calcio in quel modo, e il sentimento era reciproco. Ricordo che mi invitarono a Roma per parlare all’Ufficio imposte.
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De Sisti sul fratello maggiore Petisso: “Mi diceva che qua ero io il padrone”
Anche Giancarlo De Sisti, capitano di quella Fiorentina scudettata nel ’69, ricorda Bruno Pesaola sulle colonne de’ La Repubblica: “L’autostima che riuscì ad infonderci, fu il suo segreto. Il suo …
Andai da lui e gli chiesi se, per rispondere all’invito, potevo saltare l’allenamento del martedì. Sapete come mi rispose? 'Picchio, ma allora lei non ha capito un cazzo. Lei qua è il padrone, può fare e disfare a suo piacimento'. Era fatto così. Sapeva come trattare con le persone. Ricordo l’intervallo della partita col Napoli. Perdevamo 0-1 in casa, venne da me e mi chiese: che faresti? Gli dissi che avrei invertito i terzini, lo fece, e vincemmo 2-1. Mi dette quel ruolo. Ero il suo allenatore in campo e potevo anche fare dei cambiamenti perché tanto, come diceva il mister, 'siamo sempre d'accordo' ".
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