C'erano «i giorni del vino e delle rose». Quelli che a viverli pareva già di sentire sapore e profumo, e ogni mattina che arrivava sembrava meglio di quella che era appena passato, come se la vita assomigliasse almeno un po' al film agrodolce di Blake Edwards. Erano i giorni di Daniele De Rossi in ascesa, il tempo in cui sentendo parlare di vino non veniva in mente lo stordimento e nominando le rose non si alludeva a spogliatoi troppo affollati. Adesso non è cambiato tutto, ma sembra sia cambiato molto. Di Capitan Futuro — il soprannome storico del centrocampista azzurro — nessuno parla quasi più. A pensarci bene, tutto è assai strano, soprattutto quando si pensa che De Rossi, se sabato giocherà contro la Fiorentina dell'amico Montella, raggiungerà la 400a presenza in maglia giallorossa.
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De Rossi arriva a 400: ma non è sicuro di giocare
C’erano «i giorni del vino e delle rose». Quelli che a viverli pareva già di sentire sapore e profumo, e ogni mattina che arrivava sembrava meglio di quella che era …
Ecco, già il «se» che introduceva la frase dà il senso della rivoluzione che ha spazzato le gerarchie di Trigoria. De Rossi torna disponibile dopo tre turni di squalifica e, ormai, non è più sicuro di avere un posto da titolare, proprio come Zeman ha certificato domenica dopo la partita contro il Siena. D'altronde, il boemo ha certificato come Tachtsidis sia un vero regista, mentre De Rossi e Bradley siano più elementi d'interdizione. Vero o falso che sia, già l'equivalenza sancisce un cambio di vento, senza contare che Florenzi è ormai un insostituibile e Pjanic risulti in rapida ascesa nel borsino dell'allenatore. (...)
La Gazzetta dello Sport
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