Felicità è un pareggio a White Hart Lane dopo un inizio da film horror. Felicità è scoprire che la tua squadra non solo non tracolla ma che invece piano piano cresce e prende il controllo della situazione. Al di là dei calcoli sul passaggio del turno, la verità è che partite come questa ti fanno bene al cuore e solidificano la cosiddetta autostima, termine di discendenza psicanalitica ultimamente molto in voga anche quando si parla di pallone e dintorni. Le ragioni di questo risultato importante sono molte, e sono di natura tecnica, mentale e ambientale. A iniziare dalla svolta caratteriale che il gruppo ha messo in campo dopo la mezza rivoluzione di gennaio.
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Dal patto di ferro ai nuovi arrivati. La rivoluzione firmata Montella
Fiorentina, svolta in cinque mosse. L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su La Repubblica
IL CONFRONTO
Il caso Neto e la cessione di Cuadrado hanno costretto tutti a un confronto chiarificatore. Da una parte Montella ha chiesto ai suoi dirigenti di rinforzargli la rosa con elementi pronti e di qualità, dall’altro i giocatori, a cominciare da Pizarro, hanno chiesto un incontro per parlare del futuro immediato e del cosiddetto progetto. È a quel punto che i nodi che tenevano a freno il terzo anno di Montella hanno iniziato a sciogliersi.
Da una parte Pradè e Macìa hanno lavorato per chiudere alla svelta Diamanti e per infilare nell’accordo per Cuadrado il nome di Salah. Decisivo poi il faccia a faccia del gruppo con Andrea Della Valle e il patto reciproco di unità di intenti da ora alla fine del campionato. Da qui in poi l’umore è cambiato e il gruppo si è ricompattato dietro ai suoi obiettivi. Anche Montella ha cambiato stato d’animo: questa rosa gli piace. E non poco.
LA METAMORFOSI
Cambiare in corsa. Ecco cosa sogna di poter fare un allenatore: avere i giocatori giusti per trasformare la squadra a seconda delle situazioni. Così era accaduto contro l’Atalanta e così, in maniera ancora più clamorosa, è successo a Londra, quando Montella ha capito il 3- 5-2 creava buchi in difesa e impediva alla squadra di alzarsi per fare il suo gioco. Da quel momento in poi la partita è diventata un’altra storia.
Ma anche la TESTA, l'ESPERIENZA e il CORAGGIO...
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