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Il giorno dopo fa sempre un po’ più male. Perché rifletti a freddo su cosa non è andato e su quello che ha funzionato. Da qui la sgradevole sensazione che la Fiorentina a Vienna, facendo qualcosina in più, sarebbe tornata a Firenze con un risultato ben diverso. Niente di compromesso, per carità. Tuttavia la squadra di Italiano ora è costretta a inseguire, condizione già vissuta, è vero. Ma il tecnico viola avrebbe fatto volentieri a meno. Anche perché quello che lo ha lasciato maggiormente perplesso è stato l’approccio alla gara che non è stato da Fiorentina. Da ’sua’ Fiorentina, quella cioè che non molla la presa, aggredisce e costruisce. La sensazione, invece, è che nel primo tempo il Rapid Vienna abbia preso le misure agli avversari, studiati con attenzione, giocando proprio a specchio contro gli avversari. E per 45 minuti la squadra di Barisic sembrava i viola. Linee strette, aggressività nella metà campo avversaria e ritmo. La Fiorentina ha allora provato ad allargare il campo, allungandolo maggiormente rispetto al consueto, ma gli austriaci sono stati bravi a lavorare sulle linee di passaggio, costringendo i palleggiatori viola ad andare fuori giri. Lo riporta La Nazione.
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