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CorSport: la Fiorentina ingrana e si mangia la Lazio

Tello è in vena: assist per Bernardeschi e gol. E Vecino ne fa due

Redazione VN

E’ la magia del calcio, un sogno, l’emozione legata ai fuoriclasse - scrive Il Corriere dello Sport/Stadio -. In trentamila all’Olimpico e non era successo quasi mai nella stagione balorda della Lazio per una partita senza motivazioni e ancora più brutta, perché la Fiorentina aveva già segnato quattro gol, sbriciolando quei teneri difensori di nome Bisevac e Gentiletti.

Erano tutti in attesa di un istante e dell’ultima prodezza nel campionato italiano di un’altra leggenda, un campione immenso, un signore del calcio ancora fuoriclasse a 38 anni. I viola non volevano farlo segnare, chissà perché, forse ricordando quella notte di Champions a Monaco di Baviera 6 anni fa. Lo marcavano, non gli davano spazio. Quando Lulic è entrato in area e Gonzalo lo ha toccato, persino l’arbitro Manganiello non ha avuto dubbi e ha concesso il rigore, circondato dalle proteste dei viola. Biglia squalificato, Candreva già sostituito. Mancava il rigorista e non ci sarebbe stato dubbio lo stesso.

Tutto l’Olimpico ha cominciato a cantare «Miro, Miro, Miro». Felipe gli voleva lasciare la palla, lui era fuori area, ha fatto cenno di no. Lo stadio lo ha chiamato: «Miro, Miro, Miro». A quel punto il tedesco ha deciso. Ha preso la palla e si è presentato sul dischetto. Destro potente e gol alla sinistra di Lezzerini. L’ultimo suo gol in Italia, il numero 64 in cinque anni di Lazio. Notte di festa un po’ malinconica per la Lazio, perché ha chiuso all’ottavo posto il campionato. E piena di rimpianti anche per la Fiorentina, quasi campione d’inverno al giro di boa, quinta alla fine.

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