Voleva mettere tutti a tacere Vincenzo Montella, di sicuro ieri ha lasciato a bocca aperta. Perché una Fiorentina che gioca così non si può fare altro che ammirarla e applaudirla, una squadra a cui è bastato un tempo per fare polpette dell'Inter e dei suoi gioielli. «Il pallone è quello giallo» ha finito per cantare la Fiesole a un Inter inebetita dalla forza dei viola. Troppo superiore la preparazione della Fiorentina scesa in campo con tre cambi rispetto alla debacle di Torino (Ljajic al posto di Toni, Tomovic per Roncaglia e Aquilani per Romulo), ma soprattutto con un atteggiamento tattico camaleontico in grado di trasformarsi dal 3-5-2 iniziale a uno spinto 4-3-3. Proprio là davanti la Fiorentina è apparsa trasformata con Jovetic finalmente in posizione di prima punta e con Cuadrado-Ljajic sugli esterni per aprire gli spazi e tagliare al centro mettendo così in crisi la statica difesa dell'Inter. Che ha finito quasi per essere colta da una vera crisi di nervi, costringendo Stramaccioni a sostituire un nervosissimo Guarin (mandato a vuoto per 60 minuti da Pizarro) proprio mentre Ranocchia assestava un gancio sul volto di Jovetic, rimediando soltanto un'ammonizione. Travolta l'Inter, perfetta dall'inizio alla fine la Fiorentina. Che ha messo in campo tutta la rabbia di due mesi passati a ritrovarsi fino al punto più basso, la sconfitta con la Juventus. C'è stato tutto questo nella vittoria di ieri sera, perché i viola non hanno mai staccato il piede dall'acceleratore prendendo a spallate i nerazzurri, cercando non solo i tre punti, ma la goleada, lo spettacolo, i colpi di classe mai però fini a se stessi come la fucilata di Jovetic per il secondo gol, l'assist di tacco di Aquilani che ha portato al terzo, ma anche le chiusure difensive perfette di Gonzalo, fino al poker firmato Ljajic con un colpo da biliardo.
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Corriere Fiorentino: Viola troppo superiori
Voleva mettere tutti a tacere Vincenzo Montella, di sicuro ieri ha lasciato a bocca aperta. Perché una Fiorentina che gioca così non si può fare altro che ammirarla e applaudirla, …
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Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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