Vi proponiamo una parte dell'articolo di Gianfranco Teotino sul Corriere Fiorentino:
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Corriere Fiorentino: l’armata rossa del pallone (che vuole vincere il mondiale)
Negli ultimi giorni i livelli di preoccupazione nel calcio europeo si sono molto elevati
"Chissà, forse la Befana ogni follia l'ha spazzata via. O forse basterebbe resistere ancora poche settimane. Fino al termine di questa sessione di mercato, perché è difficile cambiare le regole in corsa. Poi la grande offensiva dell'armata rossa del pallone si potrebbe arrestare. Cioè si ritirerebbero loro. La China General Administartion of Sport (Gas), l'agenzia governativa che controlla tutte le attività sportive nazionali, il 5 gennaio ha annunciato che saranno introdotte misure di salary cap per limitare l'ingaggio di giocatori stranieri e anche limiti alle spese per l'acquisto di questi calciatori. Più che un freno all'espansione del fenomeno calcio in Cina, una preoccupazione che vengano distolte troppe risorse dal mercato interno. Contemporaneamente infatti saranno istituiti, con i soldi risparmiati dai club oggi più attivi all'estero, fondi speciali per dare ulteriore sviluppo alla formazione di talenti locali. Vedremo. Negli ultimi giorni i livelli di preoccupazione nel calcio europeo si sono molto elevati. "Il mercato cinese è un pericolo per tutti". l'allarme di Antonio Conte, uno dei tanti. Di Fronte a certe offerte non riescono a dire di no neppure club molto più facoltosi della Fiorentina e cominciano a essere attirati dalle sirene russe, cioè dai milioni che promettono, anche giocatori di ottima qualità ancora lontani dal viale del tramonto. Oscar e Witsel i capi più clamorosi, in attesa di capire come si evolverà la vicenda Kalinic.
"Basta però guardare con più attenzione dentro a questo fenomeno per capire che non si tratta di una deriva inarrestabile. Certo, ai cinesi servono assi stranieri per rendere più attrattivo il campionato locale. Ma questo è solo un aspetto, e neppure il principale, di un progetto di creazione di una cultura calcistica nazionale che consenta loro di diventare grande potenza anche in questo campo. È tutto nero su bianco. In un documento approvato dal governo di Pechino e integrato e pubblicato dalla Federcalcio cinese nell’aprile scorso. Un progetto mastodontico, tipo il Grande balzo in avanti dei tempi di Mao Tse Tung, pur se quel comunismo non esiste più. Con un titolo però che a quel comunismo rimanda: «Piano 20162050 per lo sviluppo a medio e lungo termine del calcio cinese». Si prevedono investimenti per circa 115 miliardi di euro (!), l’introduzione del calcio come materia di studio obbligatoria in 20 mila scuole elementari e medie, la creazione di 20 mila nuovi centri sportivi e 70 mila campi in tutto il Paese. Entro il 2020 vi dovranno essere almeno 30 milioni di studenti praticanti e almeno 50 milioni di tesserati fra bambini, ragazzi e adulti (oggi i cinesi si aggirano intorno al miliardo e 300 milioni). Nel decennio successivo si arriverà a un campo ogni 10.000 abitanti, la Super League cinese diventerà un prodotto di prima qualità, la nazionale maschile dovrà vincere i titoli asiatici e la nazionale femminile battersi per successi a livello mondiale. Infine fra il 2030 e il 2050 si raccoglieranno i frutti del lavoro precedente per arrivare a conquistare il Mondiale".
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