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Corriere: disfatta Italia, ecco cosa ha dato la Fiorentina agli azzurri

In 10 anni in pochi hanno sfondato. Chiesa e Bernardeschi le eccezioni. Come cambiare marcia

Redazione VN

"Come ha contribuito la società viola al movimento calcio italiano negli ultimi dieci anni? Cosa ha dato alla Nazionale in termini di calciatori e talento?". Queste le domande che si pone il Corriere Fiorentino.

"La prima risposta, la più immediata,  - si legge è nascosta nel tabellino di Italia-Svezia di lunedì sera. Bernardeschi entra in campo al 76’ per l’inutile assalto finale. Ed è il miglior contributo alla Nazionale del club viola. Peccato (soprattutto per i tifosi gigliati) che nel frattempo abbia deciso di cambiare colori, lasciando a Firenze un po’ rabbia e 45 milioni di euro. E poi? Oltre Berna? C’è Chiesa, chiaro, presente e soprattutto futuro. Lo sguardo deve però necessariamente andare nelle vecchie rose della Primavera, a caccia di italiani che poi «non ce l’hanno fatta» . Il primo della lista è bomber Samuel di Carmine (fiorentino doc esordiente in A nel 2006-07) che ha galleggiato tra bassa A e B, ma mai ha fatto quello scalino sperato quando giovanissimo segnò addirittura in Coppa Uefa. Ci è andato molto più vicino Federico Masi, capitano Italia under 20 nel 2011 e oggi tesserato per l’Almas Roma in Eccellenza. Poteva ma non è stato, per mille motivi non ipotizzabili nel dicembre 2008 quando Prandelli lo fece addirittura esordire in Champions League con la Steaua. Anno di grazia anche per uno che in Under 21 faceva il titolare al posto di un certo El Shaarawy. Federico Carraro è l’emblema del talento sprecato. Perché lui in prima squadra non c’è mai stato ma faceva innamorare i tecnici federali. Quanto sarebbe servito a uno come lui giocare in una squadra B invece che in Primavera.

Se è vero che in Nazionale maggiore ci arrivano solo in pochissimi, è altrettanto vero che in tanti tra questi ragazzi hanno pagato un sistema inadeguato di formazione. Da viola erano protagonisti anche in azzurro, poi in prestito tra serie B e Lega Pro non hanno più rivisto né Coverciano né altri centri federali. Solo uno oltre Chiesa e Bernardeschi tra i giovani violazzurri cresciuti c a Firenze negli ultimi dieci anni è poi arrivato in Nazionale Maggiore. Danilo D’Ambrosio, oggi interista e dal 2005 al 2008 nel vivaio viola. Poi i vari Lezzerini, Seculin, Taddei, Romizi, Piccini, Bittante e Camporese al massimo sono arrivati in Under 21. Avranno avuto le loro colpe, chiaro, così come non hanno avuto il supporto di un talento puro come quello di Chiesa e Bernardeschi. Ma il sistema non li ha aiutati.

Per costruire nuovi Chiesa la società pare avere le idee chiare: «Abbiamo 200 tesserati nel vivaio — spiega l’ad di Promesse Viola Vincenzo Vergine — di questi l’80% sono toscani, tra cui il 35% della provincia di Firenze. Crediamo molto nel binomio calciatore-territorio». Intanto la Fiorentina può godersi il fatto che il suo uomo simbolo, Federico Chiesa, sarà il volto simbolo anche del calcio italiano dopo la disfatta mondiale. Non male come riconoscimento. Ma nell’universo azzurro c’è tanto altro viola. A partire da Federico Guidi, ct dell’under 20 e con la Fiorentina (12 anni in società) nel Dna. Tanto da chiamare ben 4 viola all’ultima competizione. Il 18% dei convocati è di proprietà del club gigliato, il più rappresentato in assoluto. Pescare nella Fiorentina è infatti oggi abbastanza «probabile». Il motivo? Considerando 4 squadre del settore giovanile c’è una percentuale di italiani dell’86%, numero che però si abbassa se ci si limita alla Primavera (65%). E a pescare sarà anche il nuovo ct della Nazionale maggiore, oltre alla scontata chiamata di Federico Chiesa ci sono in attesa Sportiello, Astori, Benassi".

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