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Corr. Fiorentino: La terza maglia confonde i giocatori

Ecco perchè la divisa biancorossa viene utilizzata pochissimo

Redazione VN

A luglio, quando furono presentate in piazza della Sugnoria, accesero prima ancora dei grandi colpi di mercato l'entusiasmo della piazza. Ma in campo, con l'eccezione della gara di Coppa Italia contro il Novara, non si erano mai viste. Sono le maglie bianco-rosse, quelle volute esplicitamente da Andrea Della Valle per sottolineare ancora una volta il desiderio di tenere vive le radici della Fiorentina. Di colpo, nella serata di Coppa Italia contro la Juve Stabia mercoledì scorso, sono tornate in campo dopo che, nell'amichevole contro il Deep Impact, erano state utilizzate solo per metà, visto che i giocatori viola avevano indossato solo i pantaloncini e i calzettoni neri (anche questo un richiamo vintage).

Ma come mai le divise bianco-rosse sono state utilizzate così poco? Il motivo non è solo legato, come avviene in questi casi, alle esigenze dello sponsor. Dietro allo scarso impiego di queste maglie c'è anche una ragione tecnica. Sia i giocatori che lo stesso Montella non amano infatti la divisa «bicolore». La questione è cromatica visto che i due colori sono quasi opposti fra loro. Tanto che, soprattutto per il gioco della Fiorentina che predilige i passaggi stretti e gli scambi veloci, nei momenti concitati della gara queste maglie rischiano di confondere gli stessi giocatori.

Meglio allora non lasciare niente al caso, hanno pensato in casa viola, e visto l'exploit della Fiorentina in questa stagione la scelta è ricaduta sulle divise considerate più «sicure» perché a tinta unita. E allora in campionato solo le classiche maglie tutte viola oppure quelle bianche da trasferta, mentre la suggestiva, ma poco pratica, casacca bianco-rossa verrà utilizzata quasi esclusivamente per le esibizioni o per le gare, come quella contro la Juve Stabia di Coppa Italia dove hanno il sopravvento le esigenze dello sponsor (basta vedere cosa è accaduto sugli altri campi, dal Siena vestito di amaranto al Torino «dipinto» di blu). Perché la storia in casa viola è importante, ma solo se non danneggia il futuro. Che la Fiorentina spera di poter vivere in Europa.

Corriere Fiorentino