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CorFio: il derby degli enfant prodige

Il Corriere Fiorentino parla di “derby tra enfant prodige” della panchina, cioè Unai Emery contro Vincenzo Montella. Entrambi sono discepoli della filosofia del calcio offensivo e a suon di belle prestazioni …

Redazione VN

Il Corriere Fiorentino parla di "derby tra enfant prodige" della panchina, cioè Unai Emery contro Vincenzo Montella. Entrambi sono discepoli della filosofia del calcio offensivo e a suon di belle prestazioni (soprattutto in Coppa) sono tra gli allenatori europei più apprezzati. Tra Emery, 44enne basco di Hondarribia e Montella, napoletano e più giovane di tre anni, c’è anche un altro punto in comune: entrambi si sono ritrovati ad allenare quelli che fino a pochi giorni prima erano compagni di squadra. A Vincenzo è capitato nella Roma (di quella squadra facevano parte pure Aquilani e Pizarro), a Unay invece è successo ai tempi del Lorca (terza serie spagnola), quando il presidente gli chiese di prendere in mano la squadra e smetterla col calcio giocato.

Da lì in poi Emery ha stupito la Spagna: al primo anno ha vinto il campionato proprio col Lorca, al secondo ha conquistato la promozione nella Liga ad Almeria, poi ecco la chiamata del Valencia, la qualificazione in Champions e le attenzioni di mezza Europa. Dall’anno scorso, grazie alla sagacia del ds Monchi, ha scelto Siviglia per ricominciare dopo il fallimento (l’unico della carriera) allo Spartak Mosca. E in Andalusia al primo anno ha fatto centro alzando l’Europa League dopo aver battuto Villareal, il «suo» Valencia e il Benfica (ai rigori) in finale. Sposato, geloso (come Montella) della privacy e della famiglia, Emery in campo si trasforma. E diventa un martello. In panchina sbraccia e sbraita, pretende pressing e l’applicazione perfetta dei movimenti in allenamento.

Montella da parte sua vive la partita in modo meno plateale rispetto al collega spagnolo. La Fiorentina al contrario del Siviglia invece ama più il possesso palle e il gioco corale. Sfumature, che comunque non cambiano la sostanza. Perché sia viola che biancorossi hanno un’identità precisa e un marchio di fabbrica frutto del lavoro capillare dei loro allenatori. Montella e Emery (amanti del turnover e dello spirito di gruppo) hanno imparato a memoria i movimenti degli avversari: la partita a scacchi tra due dei giovani strateghi più apprezzati d’Europa sta per cominciare.

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