Ferigra, Belotti de Souza, Chrzanowski, Diakhaté, Faye, Reimao, Valencic, Maganjic, Mlakar, Perez e Sundquist. Undici, come una squadra di calcio. Chi sono? Ad una prima lettura potrebbe sembrare una formazione "resto del mondo", in realtà è il folto gruppo di stranieri nella Fiorentina Primavera - scrive Duccio Zoccolini sul Corriere Fiorentino -. Gruppo che poi aumenta di numero vista la presenza di Hagi e Toledo, prestati a Guidi dalla prima squadra. Tra questi tredici, in sette sono arrivati a Firenze durante l'ultima estate, una sessione che almeno sulla carta doveva "italianizzare" la Fiorentina.
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CorFio: altro che italianizzazione, anche qui è un melting pot
Nella Primavera di mister Guidi giocatori da tredici paesi diversi
Era la missione di Corvino, anche se poi il dg, come ha spiegato, ha dovuto fare i conti con una situazione di partenza difficile e con un mercato italiano molto più oneroso. Meglio prenderli stranieri, allora. E a quanto pare questo ragionamento è stato applicato anche alla Primavera (1998-99). Così oggi a parlare italiano è poco più della metà della squadra. Un ostacolo non da poco, questo, visto che soprattutto in una fase così delicata della crescita calcistica quello della comunicazione in campo rappresenta una variabile spesso determinante. Succede, quindi, che le lezioni intensive di italiano organizzate dalla struttura guidata da Vincenzo Vergine (Promesse Viola), siano aumentate a dismisura.
Ore e ore davanti alla lavagna per una buona parte della squadra. Che poi in campo, per esempio, ascolta le disposizioni del mister solo grazie ad un compagno "interprete". E' il caso del croato Maganjic (attaccante), che fatica ad inserirsi perché non conosce né italiano né inglese e solo grazie a Valencic capisce se Guidi gli chiede di andare in profondità o fare da sponda. Insomma, forse anche per questo melting pot la Primavera viola fatica oggi a trovare identità in campo, anche perché poi l'argentino Toledo e il rumeno Hagi si presentano solo il giorno della partita. Non facile per Guidi, che però in qualche modo dovrà farsi capire, Anche a gesti, se serve.
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