Un cambio di passo. Netto. Deciso. Improvviso. Dopo l’inconsistenza dei primi giorni di mercato Pradè e Macia hanno dato un’accelerata alla ricostruzione. Una strategia decisa insieme ad Andrea Della Valle che ha bisogno di dare un senso al nuovo progetto. E qualcosa di convincente ai tifosi. L’obiettivo è pareggiare i conti, ma a differenza degli anni passati non è più obbligatorio prima vendere e poi comprare. Il totale si fa alla fine del mercato, e se manca qualcosa sarà Andrea a mettere a posto il bilancio. Per questo il ds ha messo a frutto le sue buone relazioni internazionali e quelle di Macia per dare forma alla Fiorentina. Che è una squadra nuova anche nella filosofia tattica. Non più un gruppo legato ai moduli (e di conseguenza nemmeno le scelte di mercato dipendono più dalle convinzioni tattiche del tecnico), ma una squadra tutta qualità, capace di far correre il pallone ed entusiasmare la gente.
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Coraggio e fantasia per dimenticare i due anni neri
La nuova filosofia della Fiorentina di Pradè, Macia e Montella
«Voglio una squadra divertente. Non voglio più vedere una Fiorentina come quella degli ultimi due anni», ha detto Della Valle a Pradè il giorno in cui lo ha incontrato. E l’uomo mercato ci sta provando. Non è un caso che siano arrivati Mati Fernandez e Cuadrado, e che ci sia Aquilani tra le operazioni possibili. Lo stesso El Hamdaoui è un attaccante estroso e brillante. Insomma, il modulo Fiorentina prevede tanti giocatori di qualità per un calcio divertente. Anche a centrocampo Pradè sta cercando giocatori con queste qualità. Giocatori di rottura però capaci di inserirsi, bravi a giocare a pallone. Così va letto l’arrivo di Borja Valero o la possibile trattativa per Gargano. Gente giusta, tosta e con i piedi meno ruvidi rispetto ad altri giocatori. Rimane da sciogliere il nodo della prima punta, ma qui le scelte si intrecciano con il futuro di Jovetic. E comunque la Fiorentina non cerca un centravanti, la classica boa da area di rigore, ma una punta duttile, che faccia movimento, capace di giocare in velocità
e palla a terra. (...)
Giuseppe Calabrese - La Repubblica
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