Primi. E adesso? Adesso deve scattare qualcosa dentro, subito. Perché questo è un problema. Meraviglioso, eccitante, ma comunque un problema. Nuovo di zecca, tra l’altro, perché diciassette anni fa c’era Vittorio quello della balaustra, non i fratelli Della Valle, per la prima volta primi in classifica in quasi tre lustri di Fiorentina. E allora è evidente un fatto: il momento impone una riflessione. Magari anche breve o istantanea, l’importante è che quando questa è finita tutti abbiano le idee chiare, anzi no: chiarissime. Perché oggi a Lisbona la Fiorentina torna in campo dopo la prova superba di San Siro. Viola padroni, Inter umiliata, un panorama mai visto, dall’alto della classifica. Poi ci sarà l’Atalanta. Insomma, in poche ore uno spogliatoio deve resettarsi in una doppia visione della vita: umiltà, tanto per cominciare.
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Contro le vertigini, umiltà e concentrazione. L’articolo di Ferrara
Il primato in classifica dopo diciassette anni, la prova-show contro l’Inter: tutto da resettare per continuare il cammino nel migliore dei modi
I cosiddetti piedi per terra, per non perdere la concentrazione, per non buttare via punti per strada, per non commettere ingenuità. Sì, ok. Non sempre è semplice, ma è così. E questo è facile capirlo. Ma il fatto è che non basta. Per essere grandi bisogna essere umili nel lavoro ma è necessario anche crederci, perché la forza è nella disciplina e nel carisma, nell’approccio alla sfida. Il rispetto dell’avversario ma anche la coscienza della propria forza e dei propri obiettivi, e su questo punto Sousa ha lavorato fin dal ritiro, quando a Moena, sotto il tendone della grande palestra all’aperto, si è presentato alla sua nuova squadra, cercando di portare dalla sua parte i giocatori, soprattutto quelli che già vestivano il viola.
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