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Cinque rebus per Montella

Turnover, gioco, stanchezza: i problemi della Fiorentina

Redazione VN

La Fiorentina riparte dall’Europa League. Dopo aver assorbito la sconfitta con l’Inter e aver (giustamente) alzato la voce contro gli arbitri, il gruppo si rimette in gioco in Danimarca. Oggi la partenza, destinazione Esbjerg. Sfida da vincere. L’obiettivo è chiudere i conti domani sera e poi gestire la gara di ritorno, però non sarà semplice. L’avversario non è impossibile, preoccupa di più il freddo, ma certe partite non sai mai da che parte possono svoltare.

Anche la Fiorentina preoccupa. Montella ha l’organico ridotto a pezzi dagli infortuni, soprattutto muscolari. Problemi di preparazione? E chi lo sa, gli allenamenti sono blindati e non si vede niente, però il dubbio è lecito. Domande che rimbalzano nella testa, soprattutto dopo la partita contro l’Inter, vigilia compresa. Montella ha parlato di una squadra stanca, e la questione è preoccupante. Innanzitutto perché può diventare un alibi per i giocatori — e non ce n’è bisogno — e poi perché si sapeva che ci sarebbe stato un periodo così ingolfato di partite e la stanchezza si poteva prevedere. E in ogni caso, visto che il destino della Fiorentina è di giocare sempre, tutti gli anni, anche in Europa e in Coppa Italia, trovare una via d’uscita è impossibile. Tutte le grandi squadre hanno questo problema, dunque bisogna imparare a conviverci. E, probabilmente, anche a gestire meglio il turnover. Viene da chiedersi, ad esempio, perché contro l’Inter non sia sceso in campo Anderson — in Europa non può giocare — per far rifiatare uno lì in mezzo. Oppure Wolski.

Nomi. Ipotesi. Suggerimenti. Ovviamente nessuno meglio di Montella conosce lo stato di forma dei suoi giocatori e se ha deciso così una ragione ci sarà, ma i dubbi rimangono. Come le perplessità per quella squadra un po’ sbilenca che ha giocato senza un centravanti vero. Una scelta che ha costretto tutti a correre di più. Ma non erano stanchi?

Oppure il problema è Matri? Già, perché dopo il super esordio contro il Catania, due gol e un assist, il centravanti è sparito dal gioco e si è eclissato fino a finire in panchina contro l’Inter. Evidentemente c’è qualcosa che non va. Di certo la Fiorentina lo aiuta poco. Lo aveva detto anche Montella: «Dobbiamo servirlo di più e meglio». Invece il gioco viola si è un po’ atrofizzato e sono spariti i cross dalle fasce. E Matri spesso è troppo solo per inventarsi qualcosa. Il ritorno di Gomez può dargli una mano. A lui e al resto della squadra, che aumenta la sua forza offensiva e ritrova i colpi del suo centravanti. Domani sera in Danimarca potrebbe partire titolare. Chissà. Comunque sia la Fiorentina ha bisogno di ritrovare il suo equilibrio, le sue certezze, il suo calcio brillante. Poi ci sono gli stimoli, quelli che una grande squadra non dovrebbe mai perdere. E magari sotto questo aspetto Montella potrebbe fare di più. Parlare di stanchezza, forse, non è stata una gran trovata.

Perché se la Fiorentina era stanca prima della partita con l’Inter, lo sarà anche domani, e probabilmente anche la prossima partita. Ormai si gioca sempre ogni tre-quattro giorni e tempo per rifiatare non c’è. A meno che il tecnico non ricorra a una rotazione significativa dei giocatori. E qui si torna al punto di partenza. Quindi la Fiorentina parte per Esbjerg portandosi dietro qualche domanda a cui dare risposta. È un momento difficile della stagione, per certi aspetti cruciale, e la squadra di Montella non vuole buttare via niente. A cominciare dalla partita di domani sera che deve rimettere in circolo le ambizioni europee della squadra viola. Torna Borja, tornano Savic e Ambosini, niente da fare invece per Cuadrado. Insomma, i conti più o meno tornano anche se la condizione è quella che è. Ma in questi momenti anche la testa può fare la differenza.

la Repubblica