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Castrovilli: “Parole di Antognoni fanno piacere, spero di esordire. Non avverto la pressione ed amo ballare”

Il giocatore della Primavera ha rilasciato un'intervista a Viola Week, il settimanale in edicola con La Nazione

Redazione VN

"Il giocatore della Primavera Gaetano Castrovilli ha rilasciato un'intervista a Viola Week, il settimanale in edicola con La Nazione. Inizialmente peró, l'ex Bari era un ballerino...

“È iniziato tutto all’età di sette anni, quasi all’improvviso. Non ricordo nemmeno il perché ho iniziato a ballare, forse ho da sempre avuto il ritmo nel sangue ed avevo bisogno di esprimerlo. Nel contempo però mi divertivo a giocare a pallone per strada: è lì che ho conosciuto la mia vera passione. Poi però quando è morto mio nonno, tutto è cambiato. Avevo promesso a lui, che era un grande tifoso del Bari, che prima o poi avrei esordito al San Nicola. E allora scelsi di iscrivermi alla scuola calcio del mio paese e di lì a poco feci un provino al Bari grazie ad Antonello Ippedico, che restò impressionato e mi prese nel settore giovanile biancorosso. Tutto rose e fiori inizialmente? Decisamente no. All’inizio andava tutto a gonfie vele: vincevo premi su premi ed ero indicato come uno dei migliori talenti. Poi però è iniziato un brutto periodo, in cui mi sentivo stressato dal continuo avanti-indietro tra Minervino Murge e Bari: ero quasi sul punto di abbandonare il pallone. Cosa mi ha convinto a proseguire? I tanti sacrifici che hanno fatto i miei genitori e mio zio per permettermi di diventare quello che già ero. Oltre alla promessa che avevo fatto a mio nonno. 'Non posso mollare proprio adesso', mi sono detto. E così ho fatto. Ho ripreso la mia strada nel Bari e sono arrivato ad esordire al San Nicola. E adesso, eccomi a Firenze. Il pallone e pista da ballo sono due mondi conciliabili? In molte movenze sono due discipline simili: sembra strano ma è così. Penso che sia per questo che la passione per la danza mi ha poi portato a crescere anche nel calcio. Chi balla nello spogliatoio viola al ritmo della mia musica? Perez è uno dei più bravi, ma anche Diakhate non se la cava male. Diciamo che nello spogliatoio facciamo tutti un po’ a gara a chi sa ballare meglio. Il mio amico Scalera? No, lui meglio di no… è ridicolo (ride, ndr). Dicono che io non mi impressionerei neanche giocando a San Siro? Sì e l’ho capito quando ho fatto l’esordio in B a La Spezia. Il mio compagno di squadra Minicucci entrò per la prima volta in campo insieme a me quel pomeriggio del maggio 2015 ma tremava di paura. Io lo guardai negli occhi e gli dissi: 'Stai tranquillo, è solo una partita di calcio'. Io non riesco ad avvertire mai la pressione perché ripeto sempre a me stesso che sul campo da calcio devo pensare solo a divertirmi. Antognoni ha detto che sono un calciatore dal futuro assicurato? È la bandiera di Firenze, è inevitabile che certe affermazioni mi abbiano fatto piacere. Ho incontrato di persona Giancarlo il giorno della funzione pasquale e lì mi ha detto una frase che ho ancora ben presente: 'Io ho parlato, adesso però tocca a te'. È vero, ha ragione. Adesso devo passare dalle parole ai fatti. Spero di esordire entro fine campionato? Sogno di fare il mio esordio tra i grandi il prima possibile ma se non dovesse avvenire, continuerò a lavorare. Nella speranza che ciò possa avvenire l’anno prossimo".

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