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Calcioscommesse? Più grave rispetto a Calciopoli

Il calcioscommesse? Il male dei mali, il Grande Mostro del calcio moderno, qualcosa che non può essere accostato agli ultimi scandali che hanno segnato il football di casa nostra. Il …

Redazione VN

Il calcioscommesse? Il male dei mali, il Grande Mostro del calcio moderno, qualcosa che non può essere accostato agli ultimi scandali che hanno segnato il football di casa nostra. Il giorno dopo le dure parole del capo della Polizia, Manganelli, in Federcalcio si respira aria d’attesa ma anche di consapevolezza che il rapporto fra la Procura federale e quelle che indagano sulle combine, da Cremona a Bari, è solido. Tra via Allegri e via Po aspettano i risultati delle ultime attività investigative, ben sapendo che la vicenda potrebbe allargarsi a macchia d’olio. Ne sanno qualcosa gli 007 federali che, dopo l’interrogatorio-fiume di Carobbio, hanno dovuto rimettere mano pesantemente al calendario delle audizioni, piazzandone ben 14 per domani. Una fretta... sospetta.

DI MALE IN PEGGIO - Ma non è l’unica sensazione palpabile. Nelle segrete stanze della Procura della Federcalcio c’è quasi amarezza nel leggere e sentire quello che viene fuori dalle pieghe di quest’ultimo scandalo. «E’ peggio di Calciopoli» filtra ed è una frase che, già così, dice molto e dà il senso di quello che gli 007 federali si trovano davanti. «Sei anni fa, qualcuno (Moggi, ndr) tramava per vincere, adesso si combinano le partite per perdere e guadagnare soldi». Per chi deve già barcamenarsi fra più di duemila procedimenti aperti (perché Palazzi e i suoi uomini, tutti allertati in questi giorni di superlavoro, devono occuparsi anche di magagne meno importanti per l’opinione pubblica, tipo partite fra dilettanti, ma comunque meritevoli d’attenzione) per garantire la giustizia, non deve essere granché gratificante. Ma queste sono le nuove frontiere, il nuovo limite verso il quale è stata spostata l’asticella della legalità.

FRETTA - Il procuratore federale Palazzi e i suoi uomini stanno cercando di programmare per tempo i prossimi interrogatori. Tutti i suoi uomini, a cominciare dai più fidati, sono mobilitati. Non c’è fretta. Però, dato che alcuni angoli di questa brutta storia sono ancora bui, meglio andare spediti su quello che è già noto. Per chiudere almeno qualche capitolo prima di aprirne altri. Sei interrogatori oggi, addirittura quattordici domani, un’accelerazione dovuta anche alle conferme e alle rivelazioni di filippo Carobbio. In oltre sette ore, ha sostanzialmente confermato quello che aveva rivelato a Cremona, aggiungendo però particolari insignificanti per la giustizia ordinaria ma estremamente importanti per quella sportiva. E dato che la nuova tendenza sia quella di collaborare con la giustizia sportiva (come hanno dimostrato Micolucci prima e Carobbio appunto poi), non è escluso (anzi) che il calendario fermo al momento al 15 marzo possa essere ulteriormente rivisto e aggiornato.

PAROLE - Ieri gli 007 federali hanno ascoltato Alessandro Pederzoli, l’ex compagno di squadra nell’Ascoli di Micolucci (e da quest’ultimo tirato in ballo) e il tecnico Maurinho Ernandes. Pederzoli ha dovuto rispondere alle domande degli inquirenti federali in merito al suo presunto coinvolgimento nella tentata combine di Ascoli-Sassuolo 0-0 e di un incontro con il gruppo degli Zingari. «E’ andata bene e di più non possiamo dire, visto che gli atti sono stati secretati. Nuovi dettagli? non ce n’era bisogno» ha confidato uno dei legali di Pederzoli. Si è limitato ad un laconico «parlerà il codice di Giustizia sportiva», invece, il tecnico Maurinho, uscendo dagli uffici federali dopo tre ore, troppe per chiarire quanto si dice in un’intercettazione ambientale fra lui e Santoni, nella quale si ipotizza un coinvolgimento diretto dell’Atalanta, oltre che di Doni.

Corriere dello Sport