Quello che ci tiene di più magari non giocherà nemmeno. Molto difficilmente lo vedremo in campo dal primo minuto. A meno che l'allenatore dell'Esbjerg non gli faccia un regalo: un po' perché proprio oggi compie 30 anni, un po' perché, almeno lui, ci conosce davvero bene. Si tratta di Martin Bergvold. Più di qualcuno, da queste parti, lo ricorderà: ha giocato nel Livorno per tre anni e mezzo fra il 2007 e il 2010, tre stagioni in Serie A e una in B, 64 partite e 4 gol, uno anche nello spareggio playoff contro il Brescia. Esordì in Serie A, l'ha ricordato nei giorni scorsi, proprio contro la Fiorentina nel gennaio 2007. Centrocampista difensivo, era arrivato in Toscana con ottime referenze, per le sue continue presenze nelle nazionali giovanili danesi e si comportò piuttosto bene. Nella squadra che sfiderà stasera la Fiorentina, da molti considerata un comodo materasso, non è un titolare fisso: in questa stagione è partito dall'inizio solo tre volte in campionato e una in Europa League.
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Calcio danese: sono lontani i fasti di Laudrup
Quello che ci tiene di più magari non giocherà nemmeno. Molto difficilmente lo vedremo in campo dal primo minuto. A meno che l’allenatore dell’Esbjerg non gli faccia un regalo: un …
Questo per dire che è sempre bene non fidarsi troppo delle apparenze. Vero che l'Esbjerg è malinconicamente penultimo nel modestissimo campionato danese con 19 punti in 18 partite, soltanto 5 vittorie e 4 pareggi a fronte di 9 sconfitte. Ma è anche vero che in Europa League, dopo aver eliminato negli spareggi una discreta squadra francese come il Saint Etienne, nella fase a gironi è riuscito a battere due volte su due lo Standard Liegi, che sta dominando il campionato belga con 10 punti di vantaggio sul Bruges e 12 sull'Anderlecht. Quel Belgio che si presenta ai Mondiali con l'etichetta di probabile squadra rivelazione. Certo, quasi tutti i nazionali belgi giocano nei campionati migliori d'Europa, non con lo Standard Liegi. Però, attenzione… È una stagione no per l'Esbjerg. Non vince in campionato dal 9 settembre. E oltre a tutto non gioca una partita ufficiale da 12 dicembre, quando concluse l'euro-girone perdendo 3-0 a Salisburgo (ma era già aritmeticamente qualificato).
La Superligaen danese è ferma dall'8 dicembre e riprenderà soltanto nel prossimo weekend. Il penultimo posto in classifica oltre a tutto cozza con la valutazione che il sito internazionale transfermarkt dà della sua rosa: inferiore in patria soltanto a quella di Copenaghen, la squadra che ha contribuito a estromettere la Juventus dalla Champions, e Brondby. Non è un periodo storico felice per il calcio danese. Lontani i tempi d'oro del 1992, quando vinse un campionato europeo cui non doveva neppure partecipare (sostituì in extremis l'esclusa Jugoslavia), richiamando i giocatori che erano già tutti al mare in vacanza. Da sempre nazione esportatrice di buoni calciatori, la Danimarca ha fallito la qualificazione ai Mondiali brasiliani: era nel girone dell'Italia, le è finita alle spalle, ma è stata eliminata per il peggiore punteggio fra le seconde classificate.
Al momento nel ranking Fifa è al ventesimo posto. Nel ranking Uefa per club invece è diciannovesima. È un calcio povero: i club di Serie A vantano ricavi medi non superiori ai 20 milioni di euro. L'Esbjerg pratica un calcio poco fantasioso: un 4-4-2 tradizionale, con l'unico accorgimento di arretrare spesso la seconda punta sulla linea dei centrocampisti. Il tecnico, Njels Frederiksen, 45 anni, fino a tre anni fa allenava soltanto squadre giovanili per diletto, il suo lavoro era di impiegato alla Danske Bank. Il giocatore più importante è un maturo centrocampista centrale: Andreasen, 34 anni, una sola presenza in Nazionale, ma l'orgoglio della segnalazione del sito Uefa che l'ha inserito nella squadra ideale della fase a gironi di questa Europa League. Grazie al mercato di gennaio sono arrivati alcuni rinforzi: i due principali sono un portiere slovacco, Dubravka, proveniente dallo Zilina e il centravanti austriaco di origini croate, Pusic, 25 anni.
Il Corriere Fiorentino
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