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Cagliari, un 2013 da grande

E’ uno scontro diretto. Tra una settimana a Firenze arriva il Milan, ma la Fiorentina farà bene a rimanere concentrata sul Cagliari. L’appuntamento di oggi è altrettanto insidioso. Nelle undici …

Redazione VN

E' uno scontro diretto. Tra una settimana a Firenze arriva il Milan, ma la Fiorentina farà bene a rimanere concentrata sul Cagliari. L'appuntamento di oggi è altrettanto insidioso. Nelle undici partite del 2013 i sardi hanno addirittura fatto meglio dei viola: 19 punti contro 16. E in casa, nello stesso periodo, non hanno mai perso: tre vittorie, le ultime due consecutive e due pareggi.

Guardando i numeri appare evidente che la squadra della coppia Pulga-Lopez, ad un passo dalla conferma anche per la prossima stagione, ha nell'attacco il reparto migliore e nella difesa quello più carente (la terza peggiore del campionato). In casa, nel nuovo anno, ha sempre preso gol: sette in cinque partite. Quelli all'attivo nello stesso periodo sono undici, più di due ogni gara. Uno squilibrio notevole. Montella si regoli di conseguenza. Meglio attaccare che farsi attaccare.

Davanti il Cagliari ha grande qualità: Sau, 11 reti con un rigore, è un attaccante sgusciante e moderno, abile a non dare punti di riferimento, mentre Ibarbo (4 gol) abbina forza a qualità. I due saranno ispirati da Cossu, l'idolo di casa, uno dei migliori uomini-assist del campionato. E se capitan Conti, che per quasi tutta la settimana si è allenato a parte, non è ancora sicuro di partire titolare, Pulga e Lopez non tremano perché in mezzo al campo il Cagliari conta su Nainggolan. Il belga è un leader e un punto di riferimento, uno dei giocatori migliori del torneo, già nel mirino del Milan e della Juventus. Insomma, qualità allo stato puro. Inoltre i rossoblù si sono abituati a giocare in uno stadio deserto in cui si sente il suono della propria voce. Un clima surreale, che non penalizza i sardi.

Per assurdo, proprio senza pubblico il Cagliari ha ottenuto i risultati migliori. Le ultime due vittorie consecutive, con Torino e Sampdoria e in precedenza un pareggio 1-1 con l'Atalanta. La storia di Is Arenas è tipicamente italiana e penalizza i tifosi, l'anello debole della catena. Ma, come ha sottolineato Montella, non si trasformerà in un vantaggio per la Fiorentina. Forse perché i giocatori del Cagliari vivono questa situazione come una profonda ingiustizia e ogni volta covano una rabbia interiore che, sul campo, si trasforma in energia allo stato puro. Ma al di là dell'aspetto psicologico, la squadra del presidente Cellino è molto abile e organizzata. «Il Cagliari è la squadra che ci ha messo più in difficoltà», ripete da tempo Jovetic e molti suoi compagni sono d'accordo con lui.

Se la Fiorentina punta sul fraseggio corto e il possesso palla, i sardi si affidano alla velocità, alle verticalizzazioni improvvise, agli scampi rapidi. I suoi attaccanti raramente danno punti di riferimento e altrettanto fa Cossu, che spesso si sposta a sinistra o a destra per dialogare nello stretto con le punte. I centrocampisti, abili nell'inserimento, tirano da fuori e hanno una certa confidenza con il gol. Vale sia per Conti sia per Nainggolan. Insomma, in Sardegna ci sarà da soffrire. Giocare alti può essere la soluzione. A patto che il centrocampo non scopra mai la difesa per il contropiede rossoblù. Serve ritmo, pressing, concentrazione. Cuadrado e Ljajic dovranno tenere bassi i terzini per provare a spaccare in due gli avversari e costringerli ad allungarsi. Fondamentale la sfida a centrocampo in cui spiccano le qualità di Ekdal, scuola Juve, come recuperatore di palloni. Il Cagliari, sia chiaro, non è il Real Madrid. Ma viaggia dieci punti sopra la zona rossa della classifica e può giocare tranquillo, si trova a meraviglia nello stadio senza spettatori, conta su una panchina di tutto rispetto (Thiago Ribeiro e Pinilla su tutti) e soprattutto ha un presidente che sarebbe particolarmente felice di poter fare un piacere all'amico Galliani. Montella è avvisato: la trasferta di Cagliari è davvero uno scontro diretto. O, perlomeno, come tale va considerato.

Corriere Fiorentino