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Brillante, notte (serena) dopo gli esami da incubo

CHI gli sta vicino assicura che ha dormito per tutta la notte. Perché l’australiano Brillante è uno che riesce a gestire bene gli sbalzi di umore. Quelli positivi — come i …

Redazione VN

CHI gli sta vicino assicura che ha dormito per tutta la notte. Perché l’australiano Brillante è uno che riesce a gestire bene gli sbalzi di umore. Quelli positivi — come i tanti complimenti per l’ottimo precampionato — e quelli negativi come le critiche piovutegli addosso come macigni per l’erroraccio di Roma e un esordio davvero da dimenticare. Senza alti né bassi, almeno per lui, la vita e il proprio lavoro.

Brillante ieri ha passato quasi l’intera giornata in casa prima di concedersi una breve uscita in zona stadio. L’ex centrocampista del Newcastle Jets all’Olimpico ha sbagliato completamente partita, ma forse l’errore più grande (ammesso dalla sostituzione dopo 33 minuti) lo ha commesso Montella, pensando che fosse pronto fin da subito a gestire l’impatto con una squadra e uno stadio da brividi.

È andata male. Brillante si tiene l’attestato di fiducia del tecnico, il conforto dell’allenatore e dei compagni che nel tragitto in pullman da Roma a Firenze hanno provato a rincuorarlo, e poco più. Lui se ne è rimasto da solo, pensieroso, ripercorrendo probabilmente con la testa tutto quello che non è andato, dall’avversario Nainggolan, alla poca precisione in fase di possesso palla. Fino a quell’errore, che ha dato il via al vantaggio della Roma e marchiato di nero la sua ‘prima’ ufficiale. Peggior esordio in serie A non poteva esserci, per uno degli acquisti probabilmente meno costosi dell’era Della Valle che alla prima di campionato era addirittura riuscito a ‘soffiare’ il posto ad Aquilani.

Strano il calcio, con le gerarchie che tornato adesso improvvisamente quelle di prima e con Montella che, in questo mese, dovrà essere bravo a gestirlo e a ridargli fiducia al momento giusto, contro l’avversario giusto, provando a cancellare quei terribili trentatré minuti. Adesso due settimane di allenamenti, dopo quarantotto ore di riposo per gli impegni delle Nazionali, con la volontà di dimenticare in fretta la prima italiana. «Peggio di così non potrà fare», diceva scherzando qualche tifoso a due passi dal Franchi. L’ironia fiorentina è anche questa, sperando che Brillante non sia soltanto un preziosissimo cognome.

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