Borja Valero: l’imprecazione più dolce e fantastica che c’è. Ma chi è questo extraterrestre arrivato qui dal pianeta Villareal per conquistare i cuori di una città? Ma come ha fatto la Fiorentina, che per quanto ambiziosa non giocava le coppe, a convincere un centrocampista di classe assoluta ad accettare questo progetto meraviglioso che però pochi mesi fa era giusto un’idea?
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Borja Valero, il ragazzo umile che colpisce al cuore
La storia di un leader scritta da Benedetto Ferrara
Beh, diciamo che Pradè e Macia a modo loro ci stavano lavorando su da un pezzo. Il primo già se lo voleva portare alla Roma ai tempi di Spalletti, che impazziva per questo ragazzo col fisico da maratoneta e il carattere d’acciaio tipo iron man. Perché poi questo è il segreto: piedi dolci ma attributi degni di questo nome. Prendi la partita di Torino. Dopo il pareggio di El Hamdaoui Valero corre a prendere il pallone dentro la porta. Ovvero: dopo due rimonte in trasferta noi vogliamo provare a vincere. Così si fa. E come fa un tifoso a non innamorarsi? Sarà pur vero che lo spagnolo è costato 7 milioni di euro (è l’investimento più caro del mercato viola) e che nella Liga era appena retrocesso. Ma l’affare resta un grandissimo affare, calcolando rapporto prezzo-rendimento e ricordando che con un altro milione e mezzo la Fiorentina si è presa pure il magico Gonzalo, che pareva un mezzo scarto e invece tra gol e lampi di classe ha sfondato insieme al compagno il cuore della gente.
Eppure non è stata una trattativa facile quella col Villareal. Gli spagnoli volevano 15. Poi c’era il Napoli. Poi c’era da discutere. Solo che tra la diplomazia di Macia e la moglie di Valero, la prima tifosa di Ponte Vecchio e del Piazzale, alla fine tutto è andato come doveva andare e oggi Borja il raffinato maratoneta è un punto fermo anche troppo fermo. Nel senso che se lo togli te ne accorgi subito. Si è visto in Coppa Italia: nel secondo tempo lo spagnolo entra in campo con Cuadrado e la Fiorentina si trasforma.
Ma il bello è che quando hai dovuto fare a meno di Pizarro, pur risentendone, la squadra se l’è presa tutta sulle spalle proprio Valero, che col cileno ha reso celebre questa squadra col doppio regista e senza un mediano. Tutta gente che vuole giocare la palla: dalla difesa alle punte, nessun pallone va mai trattato con disprezzo. E allora serve tanta corsa per tenere la squadra compatta, per chiudere gli spazi, per avere sempre un compagno libero a
cui dare la palla. Valero è l’anima perché l’anima la sputa sul campo. Un vero esempio di comportamento sportivo e di valori di vita. La sua passione per la Toscana prende corpo nelle foto scattate in giro e postate su twitter. Il suo impegno di uomo nelle dichiarazioni su temi sociali, come la solidarietà espressa ai 129 giornalisti licenziati dal quotidiano spagnolo El Pais. E allora tutto ha senso, compreso quel tweet che recitava più o meno così: Borja Valero, tvb davvero.
Benedetto Ferrara - la Repubblica
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