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Borja Valero, il prof multiruolo che cambia la squadra

Montella è un tipo preciso e poco lascia all’immaginazione: prima di ogni partita spiega come vorrebbe vedere in campo la squadra, entra nei particolari e istruisce personalmente tutti i giocatori. …

Redazione VN

Montella è un tipo preciso e poco lascia all’immaginazione: prima di ogni partita spiega come vorrebbe vedere in campo la squadra, entra nei particolari e istruisce personalmente tutti i giocatori. Meno uno. «Borja legge il calcio prima degli altri, sa sempre dove stare». Capita quindi che parta trequartista e poi faccia la mezzala, o la seconda punta. A volte anche il regista. Dipende in sostanza da lui, Borja sa riempire i vuoti della squadra, ci si infila in mezzo per risolvere i problemi. Mai come quest’anno «Keep calm and pass to Borja»: il rinnovo del contratto (fino al 2019, un record) ha aggiunto spessore a un giocatore che ha trovato la completezza a Firenze, scegliendola come posto ideale per vivere con la famiglia: «So che non troverei una città migliore». Un salto di qualità del marketing personale, un messaggio superiore rispetto al copia-incolla degli affetti prestampati.

Borja non ha promesso infatti lealtà alla squadra — lo fanno tutti, perfino Ibrahimovic che in scioltezza ha cambiato sette maglie — ma a Firenze. Qui il profeta glabro ha superato perfino l’amarezza per l’esclusione dalla nazionale spagnola, avendo trovato in quella fiorentina un motivo sufficiente per coltivare la propria autostima. Disse ADV a Moena, cingendo con le braccia Borja e Gonzalo con il rinnovo di contratto innescato: «Questi due li volevano in tutta Europa». Sono invece rimasti a Firenze. Borja è un allenatore in campo, perché ha il senso dell’equilibrio e sa collegare le gambe al cervello: con lui Montella si sente più sicuro, e se l’elasticità dei moduli è collegata agli interpreti non ci sono problemi quando Borja gira per il verso giusto. Cioè quasi sempre. Impossibile chiedergli un sostegno specifico nell’interdizione — se fosse forte anche in quello, come del resto nel tiro che un po’ gli manca, sarebbe da top club — ma per il resto non ci sono problemi: insieme ai neuroni c’è sempre tanta disponibilità fisica. Vederlo lassù in alto è un segnale anche per Ilicic, che fra le linee dovrebbe fare la differenza: un mestiere che finora gli è riuscito a strappi. Montella vuole continuità e per ora ha scelto il maratoneta della classe.

Angelo Giorgetti - La Nazione