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Borja Valero, elogio di una stella

Guardare la classifica a volte aiuta a dare un senso a quello che succede sul campo. La Fiorentina è quinta (con Roma e Catania) e tre delle squadre che ha …

Redazione VN

Guardare la classifica a volte aiuta a dare un senso a quello che succede sul campo. La Fiorentina è quinta (con Roma e Catania) e tre delle squadre che ha davanti (Juve, Napoli e Inter) le ha già incontrate. Tradotto vuol dire che gli undici punti hanno ancora più valore. Un anno fa, dopo sette giornate, la Fiorentina era decima: lo spread con le grandi si è abbassato. Montella come Monti. Con soli sei gol subiti la difesa viola è la quarta del campionato: la squadra è compatta e si è visto. Ma si è anche visto che segna poco e infatti l’attacco (8 gol) è soltanto decimo nella classifica delle reti fatte. E’ soprattutto su questo che Montella dovrà continuare a lavorare, ma lo sa benissimo: mancano cattiveria, cinismo e concretezza negli ultimi sedici metri. (...)

Con la presenza di Toni, una prima punta vera, l’attacco è riuscito ad allungare meglio senza farsi schiacciare sui centrocampisti come succedeva con Ljaijc che punta non è. I moduli e la tattica la fanno gli uomini e Montella è un allenatore fortunato soprattutto perchè ha un grande centrocampo e le squadre importanti nascono sempre da un grande centrocampo. L’elogio di Borja Valero (siamo contenti: ora l’hanno scoperto tutti) è l’elogio del talento più puro arrivato dal mercato. «Quando ero al Real giocava nella Terzera, aveva vent’anni. Sono andato spesso a seguirlo perché è un centrocampista moderno, sa fare tutto» ci raccontava domenica Arrigo Sacchi. E’ la verità. La qualità e la quantità di questo giocatore sono straordinarie. Un altro grande allenatore (Capello) l’ha fatto esordire a 22 anni in Champions League proprio nel Real. Ha corsa, attacca gli spazi come pochi, recupera palla, ha dribbling e lancio lungo. Ha la testa del regista, ma anche la gamba dell’interno. Borja Valero è una grande intuizione di Eduardo Macia: ha capito che lontano dalla Spagna aveva bisogno e voglia di rilanciarsi. Più o meno come la Fiorentina: missione compiuta.

La Nazione