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Blaszczykowski presente, ma è in ritardo

L'aggressività non gli manca ma Kuba è ancora lontano dai suoi standard

Redazione VN

Venti minuti di sostanza perché la partita era ancora in bilico e i colpi che volavano erano pesanti. Nessun trucco e nessuno sconto anche per un campione alla ricerca della forma migliore come Jakub Blaszczykowski. Forma migliore, certo, ma soprattutto continuità e confidenza con il campo per tornare a essere il padrone assoluto della fascia destra come ai tempi del sorprendente Borussia Dortmund targato Jürgen Klopp.

Al momento, però, la fascia destra può aspettare, considerato che Sousa l’ha gettato nella mischia affidandogli il compito di presidiare la fascia sinistra, con l’obiettivo di intercettare Cissokho che aveva iniziato a prendere campo. Missione compiuta considerato che poi l’esterno del Genoa ha piano piano esaurito la sua spinta offensiva.

Kuba è ancora lontano dai suoi standard, lo si è capito quando ha provato a superare in velocità gli avversari, con i difensori genoani che lo hanno rimontato senza eccessivi problemi. Normale che sia così per uno che è reduce da un brutto infortunio e ancora non ha i novanta minuti nelle gambe. Guai a dire però che la tecnica non gli appartiene, perché il dialogo nello stretto con Mario Suarez per nascondere il pallone agli avversari è nelle corde solo di chi ha tecnica indiduale invidiabile nel Dna. Il popolo viola lo ha già adottato considerato il lungo applauso che gli ha tributato all’ingresso in campo. Decibel quasi uguali all’uscita dal campo di Borja Valero, che gli ha lasciato il posto.

A sinistra, dunque, segno evidente che il tecnico portoghese si fida di lui, indipendentemente dalla condizione fisica. Quello che a Blaszczykowski non manca è l’aggessività. L’entrata decisa e senza paura su Rincon, per risolvere a proprio favore un’azione potenzialmente pericolosa, è la conferma che il ricordo dell’infortunio è sbiadito nel tempo. Testa libera e voglia di essere ancora determinante, anche in Europa. E in questo senso la sua esperienza internazionale – come quella di Mario Suarez – sarà utilissima alla Fiorentina nella sua corsa in Europa League. Certo, Kuba deve ancora lavorare tanto, ma questo non lo ha mai spaventato. Anzi.

Le motivazioni sono tante, come ha detto durante la conferenza stampa di presentazione, e i primi venti minuti in viola sono la piacevole conferma che, una volta ritrovato lo scatto perduto, il polacco sarà un’arma in più da sfruttare.

La Nazione