Il commento di Benedetto Ferrara su La Repubblica, ecco l'incipit del suo articolo. Sempre lo stesso film. Poche variazioni di sceneggiatura, qualche attore che cambia faccia e leggeri ritocchi ai dialoghi, ma la sensazione di amaro che ti lascia in bocca non cambia. E un tifoso, dopo aver battuto la testa contro il muro, potrebbe chiedersi: ecco, ma cosa abbiamo fatto esattamente di male per meritarci tutto questo? Che poi non è mica un quarto posto su cui a settembre avresti messo la firma il problema. È l’illusione autunnale, paradossalmente, il problema. E allora dopo una partita loffia e sbagliata, mentre il terzo posto si allontana, cosa resta? Restano fischi e rabbia. Come le bizze del bambino che corre sotto l’albero di Natale e non trova nulla. E poi malinconia. Tanto che perfino Paulo zen Sousa, ci casca dentro. «Sono triste» dice. Ha capito di aver sbagliato. Ma mica solo lui. Perché nella sceneggiatura poi spuntano le solite scenette di cui non sappiamo fare a meno. L’allenatore bravo, la società crudele. O viceversa: la società brava e l’allenatore che non è poi mica questo fenomeno. Punti di vista. Certo che è buffo. Pochi mesi fa Sousa era invincibile e inattaccabile. Anche Prandelli e Montella lo erano stati. Poi qualche battuta che non era piaciuta, e tutto si è ribaltato. Mah. Chi sta con Della Valle, chi con Sousa, chi, molto più semplicemente, con la Fiorentina, anche perchè il solito film è diventato decisamente noioso
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